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Caro bollette, gli imprenditori napoletani: «Gli aiuti non bastano»

Caro bollette, gli imprenditori napoletani: «Gli aiuti non bastano»

NAPOLI. «Servivano misure più coraggiose». «La direzione è giusta, ma bisogna fare di più». «È solo un po’ di ossigeno». Per le imprese napoletane il decreto aiuti non basta. Le misure approvate dal Governo per provare a calmierare gli aumenti delle bollette vanno sì nella giusta direzione, ma gli imprenditori partenopei si aspettavano «interventi più strutturali». Quelli, però, sono rimandati alla prossima legge di Bilancio, quando per il prossimo anno l’Esecutivo Meloni promette di impegnare 21 milardi contro il caro energia. Per adesso tocca accontentarsi delle proroghe per crediti d’imposta, taglio delle accise sui carburanti e rateizzazione delle fatture.

«SERVE ALTRO PER PROGRAMMARE LE ATTIVITÀ». Ma reggeranno questi aiuti di Stato fino alla fine dell’anno? Oppure ne occorreranno altri? Per l’imprenditore vitivinicolo Andrea Forno (Le Lune del Vesuvio) si tratta di provvedimenti tampone a termine che non risolvono il problema: «Danno solo un po’ di ossigeno alle imprese che invece hanno bisogno di ben altro per programmare le attività a medio e lungo termine». E si chiede: «Quanto tempo possono durare queste risorse? Servono provvedimenti strutturali, le aziende non chiedono miracoli ma devono sapere come si prospetta il loro futuro».

«SALVAGUARDARE LE IMPRESE PIÙ PICCOLE». Anche le aziende del fashion pagano un prezzo alto per l’incremento dei costi. A sottolinearlo è Giulia Valentino, alla guida dell’ufficio stile dell’azienda di famiglia Mario Valentino: «Bene le misure del decreto Aiuti quater ma occorre fare di più e lavorare per una rete di protezione fatta di interventi su più fronti a salvaguardia delle imprese più piccole». Il problema, spiega Giulia Valentino è la liquidità finanziaria «che oggi le aziende non hanno», oltre «a tutto il capitolo fiscale da definire, al rifinanziamento dell’esonero dei contributi per l’assunzione di donne e di giovani under 36».

«PROLUNGARE GLI INCENTIVI». È tempo di scelte coraggiose anche per le aziende della torrefazione del caffè. Secondo Walter Wurzburger, fondatore di Caffè Kremoso, «il rischio di default per le imprese è serio e può provocare effetti ancora più dannosi all’economia. Per tale motivo gli incentivi contenuti nel decreto Aiuti quater non sono sufficienti e vanno prolungati nel tempo, almeno fino a tutto il 2023».

«SERVIVANO MISURE ANCORA PIÙ CORAGGIOSE». «È vero che la priorità della manovra resta il caro energia, ma mi sarei aspettato misure ancora più coraggiose, anche se c’è un problema di coperta corta. Comunque per il momento mi sembra che il problema venga affrontato nella giusta direzione sia attraverso le proroghe alle attuali misure in essere, sia attraverso il credito di imposta a fasce differenziate per le aziende energivore», commenta Massimiliano Canestro, vicepresidente di SMS Engineering, azienda dell’Itc.

«L’INFLAZIONE DIMINUIRÀ GLI EFFETTI DEGLI AIUTI». Per Canestro l’Esecutivo deve concentrarsi «su misure più coraggiose, di più lunga durata, in quanto l’aumento dell’inflazione diminuirà gli effetti delle azioni messe in campo». E poi c’è il Superbonus edilizio, che «oltre che essere stato un volano per il comparto e ha fatto emergere il sommerso e creato gettito».

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