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Autonomia e Pnrr, l'allarme della Corte dei Conti

Autonomia e Pnrr, l'allarme della Corte dei Conti

Parla di «operazione di “ingegneria istituzionale”» e sostiene che «non può essere minimamente pensabile che la soluzione dei problemi segnalati e degli squilibri territoriali» possa arrivare da essa.

LA SCURE SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA. Il riferimento è al ddl sull’autonomia differenziata che il presidente della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti della Campania, Michele Oricchio, stronca senza mezzi termini nella sua relazioni per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. «Continua la pressione di alcune forze politiche, peraltro ampiamente minoritarie nel Paese, volta all’attuazione di un’ulteriore forma di “autonomia regionale”, quella cosiddetta “differenziata”, che rischia di aggiungere elementi di spaccatura e di discriminazione all’interno dello Stato in una logica egoistica». Secondo Oricchio «nella narrazione che ne fanno i sostenitori una maggiore autonomia delle Regioni sarebbe e sarebbe in grado di migliorare l’efficienza di tutte le amministrazioni locali e troverebbe fondamento nel cosiddetto “residuo fiscale”. Si tratta di affermazione destituita di fondamento in quanto il sistema fiscale italiano è espressione di una geografia che non coincide con la geografia economica del Paese: intere zone, in patente violazione dei principi sanciti dall’articolo 3 della Costituzione, sarebbero condannate a restare senza risorse a meno che non si provvederà a determinare maggiori dotazioni finanziarie (ma con quali fondi?) per assicurare i livelli essenziali delle prestazioni. Non si comprende come si potrà sostenere il riequilibrio territoriale».

IL MONITO SUI FONDI DEL PNRR. Ma Oricchio non nasconde i propri timori su un’altra questione d’attualità: l’attuazione del Pnrr. «Le risorse pubbliche si prestano a essere intercettate, cannibalizzate e sperperate senza alcuna adeguata capacità programmatoria e progettuale chiamando in causa responsabilità che non possono essere solo amministrative o penali - sottolinea -. Tale quadro a tinte sicuramente fosche richiama tutta la classe dirigente meridionale ad un’assunzione forte di responsabilità e di iniziativa per allontanare il rischio che i flussi di spesa pubblica facilitata dal Pnrr e l’urgenza di utilizzare i relativi fondi possano favorire nuovi imbarazzanti sprechi consumati attraverso progetti ed azioni che non rispondono alle concrete esigenze locali». Insomma «sperperi e la malagestio delle risorse pubbliche sono dietro l’angolo e su di esse la Corte deve svolgere le sue funzioni di controllo e giurisdizione con la massima attenzione». Proprio sul Pnrr, a margine della cerimonia, batte il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi: «Quando ci sono molte risorse che vanno spese in tempi rapidi spesso questa spesa non è efficiente. È molto importante la qualità della progettazione e seguire con attenzione anche quelli che sono i percorsi organizzativi così da coniugare qualità dell’organizzazione con il rispetto dei tempi». Infine: «È un lavoro complesso perché i tempi sono molto brevi ma come Comune stiamo lavorando in questa direzione anche per evitare di commettere errori che in passato sono stati molto gravi».

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