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30 Marzo 2023 - 08:53
Mentre le opposizioni vanno all’attacco sul Pnrr, chiedendo al governo di riferire in Aula, parte una rincorsa tra i sindaci a chi sia più capace di spendere i fondi del Pnrr, dopo la fotografia impietosa scattata dalla Corte dei Conti. Napoli «sta rispettando i tempi», assicura Gaetano Manfredi. Roberto Gualtieri scrive a Fitto per proporre di dare a Roma le eventuali risorse avanzate da altre amministrazioni, per la messa in sicurezza delle scuole. E se ci sono ritardi, la provocazione di Giuseppe Sala, i fondi si diano «a chi sa investirli», come Milano appunto. «Sarebbe una secessione», gli risponde a stretto giro il governatore della Calabria Roberto Occhiuto, mentre il coordinamento “Recovery Sud”, centinaia di sindaci del Mezzogiorno, lamenta invece di non essere stato ascoltato e che i primi cittadini non sono messi nelle condizioni di poter spendere. Insomma, è caos sul Pnrr, con la trattativa delicatissima con Bruxelles che si intreccia con i ritardi nella messa a terra dei progetti, la lite tra i sindaci sulle risorse e le opposizioni che chiedono a gran voce che il governo venga in Aula a fare una operazione “trasparenza” sullo stato di attuazione del Piano. Uno scenario di fibrillazioni cui si aggiunge lo scontro sui reati fiscali, una misura spuntata all’ultimo nel Consiglio dei ministri che ha varato il decreto bollette. Ostacoli, certo. Che Giorgia Meloni ha messo in conto, come ribadisce parlando in generale del programma «ambizioso» del governo in un messaggio a Confapi. Ma c’è anche la partita con l’Ue: un mese per trattare sulla terza rata da 19 miliardi, qualcuno in più per negoziare la flessibilità sui fondi. È una partita che, per Roma, è certamente in salita e, forse, non è neanche agevolata dai diversi fronti aperti tra governo e Bruxelles, dal Green Deal o dal Mes. «Non c’è preoccupazione, c’è consapevolezza, e stiamo lavorando in maniera propositiva con la Commissione», è l’invito alla calma arrivato da Bruxelles dal ministro Fitto (nella foto). L’ex eurodeputato è tornato nella capitale belga per aggiornare il negoziato con l’esecutivo Ue con un duplice obiettivo: incassare il via libera alla terza tranche e arrivare ad uno spazio di manovra che consenta di spostare dal Pnrr alla programmazione di Coesione quei progetti che, entro il 2026, sono irrealizzabili.
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