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09 Giugno 2023 - 08:34
«Abbiamo convocato una conferenza stampa sulle donne e mi viene chiesto delle frasi di un uomo». Ecco, bastano queste poche parole di Elly Schlein (nella foto) per capire quanto alta sia la temperatura dello scontro interno al Pd attorno all’affaire De Luca.
SCHLEIN PROVA A FRENARE LO SCONTRO. A chi gli chiede conto delle frasi al vetriolo usate dal governatore della Campania dopo il “declassamento” del figlio, il deputato Piero, defenestrato dal ruolo di vicecapogruppo del Pd alla Camera e spostato a segretario di presidenza del gruppo, Schlein prova a non alimentare la polemica aggrappandosi al motivo ufficiale per il quale ha convocato la conferenza stampa: le proposte del partito contro la violenza di genere. Un modo per non restare indietro rispetto al Governo che ha appena approvato un disegno di legge in materia per una stretta contro i femminicidi. Tuttavia, l’argomento principale resta lo scontro interno. Soprattutto dopo che Piero De Luca, membro delle minoranza, è stato sostituito da Paolo Ciani alla vicepresidenza del gruppo alla camera e quest’ultimo ha affermato di non volersi iscrivere al Pd e si è detto contrario all’invio di armi in Ucraina, provocando un mezzo terremoto tra i dem.
«DIFENDERE IL PLURALISMO». Così, quando gli viene chiesto nuovamente della questione De Luca, la Schlein se la cava richiamandosi al fatto che «ci siamo impegnati a garantire pluralismo all’interno dei gruppi parlamentari. Era giusto ci fossero due vicari che non hanno votato per me al congresso», dice riferendosi agli esponenti dell’area Bonaccini Alfredo Bazoli, vicecapogruppo al Senato, e Simona Bonafè, vice alla Camera.
LA MINORANZA PREPARA LA BATTAGLIA. Ma l’area della minoranza che fa riferimento al governatore emiliano, Stefano Bonaccini, si struttura con tre coordinatori. La minoranza si è riunita ieri al cinema Capranica, a Roma, alla presenza di una trentina di esponenti, fra i quali lo stesso Piero De Luca, Vincenzo Amendola e Valeria Valente. Unanime la condanna per la scelta che definiscono «contra personam» di Schlein di non rinnovare l’incarico di capogruppo vicario al figlio del governatore campano, con la conseguente richiesta di «una vera collegialità. Se questa è la gestione unitaria della segretaria proprio non ci siamo», avvertono.
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