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27 Giugno 2017 - 19:34
Guerini: nessuno ha mai neanche lontanamente pensato di attaccare Prodi o di invitarlo ad andarsene, è e resta un punto di riferimento
«Leggo che il segretario del Partito democratico mi invita a spostare un po' più lontano la tenda. Lo farò senza difficoltà: la mia tenda è molto leggera. Intanto l'ho messa nello zaino». Lo dichiara l'ex premier Romano Prodi.
GUERINI. «Nessuno ha mai neanche lontanamente pensato di attaccare Prodi o di invitarlo ad andarsene. Prodi è e resta un punto di riferimento» dice Lorenzo Guerini, parlando con i cronisti alla Camera. «Noi vogliamo lavorare con tutti e discutere con tutti a partire dai temi che interessano il Paese perché una discussione tutta sulle formule politicistiche, invece di affascinare chi ascolta, rischia di allontanare i cittadini» aggiunge Guerini.
FRANCESCHINI. Intanto, a due giorni dai ballottaggi, continuano le valutazioni all'interno del Partito democratico. «Bastano questi numeri per capire che qualcosa non ha funzionato? Il Pd è nato per unire il campo del centrosinistra, non per dividerlo» scrive su Twitter il ministro della Cultura Dario Franceschini, pubblicando i grafici dei risultati ottenuti dal Pd a L'Aquila, Genova, Parma e Verona.
Frasi alle quali segue l'invito alla calma di Lorenzo Guerini: «Inviterei tutti alla calma. Il 10 ci sarà una Direzione e lì discuteremo sulla situazione politica. Servono calma e responsabilità per il ruolo che il Pd ha nei confronti degli elettori. Calma e responsabilità rispetto a esasperazioni che non servono».
RENZI. Nel corso del suo intervento al convegno dell'Ispi, a Milano, interviene anche Matteo Renzi: alle discussioni di questi giorni do «una risposta che capisco può suonare polemica, ma è animata dal desiderio di far bene al nostro schieramento e all'Italia: non possiamo inseguire oggi la discussione artificiale su quale sarà la coalizione alle elezioni. Abbiamo circa un anno di tempo, confrontiamoci sui contenuti» afferma Renzi.
«Non continuiamo con il dibattito quotidiano sul partitino x o y, se no riprendiamo la discussione di antica memoria sul cespuglio e sul cespuglietto e sviliamo la possibilità per la politica di affrontare i temi reali», aggiunge il segretario Pd, sottolineando di non cedere alla «pretesa di pochi addetti ai lavori di capire come tornare in Parlamento la volta successiva, cosa cui è poco interessate il popolo italiano».
ORLANDO. A proposito del fatto che non si stia lavorando a una legge elettorale maggioritaria che favorisca le coalizioni, interviene Andrea Orlando: «Il problema fondamentale è evitare una parola che in questo momento» suona come una «bestemmia ovvero la parola coalizione. Perché la parola coalizione mette in discussione il tema della candidatura alla premiership».
Per dire la coalizione non funziona si porta l'esempio delle amministrative e Genova, aggiunge, «ma non può reggere una coalizione in una sola città, in un quadro in cui quella coalizione non esiste a livello nazionale».
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