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28 Novembre 2023 - 08:32
«La nostra città rappresenta il luogo ideale per ospitare la Conferenza dell’Unesco, anche perché il suo centro storico, Patrimonio mondiale dal 1995, mescola gli aspetti materiali e immateriali della cultura come, ad esempio, le arti presepiale e del pizzaiuolo». A dirlo, intervenendo ai lavori del “Cultural heritage in the 21st century”, è il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi (nella foto). Tutto questo perché, spiega, «pur avendo due millenni di storia, è uno dei pochi al mondo ancora abitato e che cerca di resistere all’appiattimento culturale spesso conseguenza della crescente minaccia dell’overtourism e lo fa - sottolinea Manfredi - grazie alla coesione sociale e interculturale che le comunità abitanti si impegnano a garantire, costruendo un modello urbano e sociale che, pur non immune alla marginalizzazione e alla povertà, è vivo e resiliente. E, inoltre, è la perfetta sintesi di elementi materiali e immateriali. Il centro storico di Napoli mantiene un’identità multiculturale». Manfredi, in proposito, usa come esempio il rione Sanità che domenica scorsa è stato luogo di visita per i delegati dell’Unesco: «Lì ci sono ancora aspetti significativi di natura sociale. Ma di recente il territorio è stato in grado di rafforzare il suo vasto patrimonio materiale, ponendosi come un luogo che offre un’esperienza culturale, sia materiale che immateriale, e che attrae ogni giorno numerosi visitatori. Questo è un esempio di unione dei valori culturali, valori che coesistono con modelli urbani e sociali inclusivi». Il numero uno di Palazzo San Giacomo, poi, annuncia che «abbiamo avanzato una proposta, che sarà nella dichiarazione conclusiva dell’Unesco, nella quale evidenziamo la necessità di individuare strumenti per disciplinare l’uso dei centri storici in modo da potere regolare le attività commerciali e residenziali, facendo in modo che le comunità e i residenti non vengano espulsi dai centri storici». Insomma, per Manfredi «gli Stati devono dotarsi di strumenti per evitare processi di turistificazione globale e mantenere le identità dei luoghi». L’ex ministro, che incassa il sì del sindaco di Firenze Dario Nardella, sostiene la necessità di conciliare «la protezione del patrimonio immateriale con quello materiale, affinché i beni culturali diventino fattore di inclusione e unità dei popoli. Ed è il messaggio politico che vogliamo lanciare da Napoli in cui periodo storico nel quale ci sono guerre del bacino del Mediterraneo».
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