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08 Febbraio 2024 - 08:30
L’uomo che mise in pista la destra di governo, il presidenzialista, l’inventore del bipolarismo e del centrodestra assieme a Silvio Berlusconi, l’instancabile animatore di giornali e riviste, tra cui il “Roma” che riportò nelle edicole il 12 ottobre 1996. Stavolta, per commemorare i 25 anni dalla scomparsa di Giuseppe Tatarella, al secolo Pinuccio, in Senato arriva anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accolto dagli applausi.
DUE EVENTI. Per l’occasione un doppio evento. In Sala Maccari la prima tavola rotonda, con la cerimonia di presentazione del francobollo dedicato al grande leader che venne definito ministro “dell’armonia” per la capacità di trovare sintesi tra le varie posizioni sin dai tempi del primo governo Berlusconi. A prendere la parola sono il fratello Fabrizio Tatarella, il ministro per il made in Italy Adolfo Urso, l’attuale capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama, Maurizio Gasparri, e Italo Bocchino che interviene a nome della Fondazione An.
IL CONVEGNO NELLA SALA KOCH . Poi il ricordo di Tatarella si sposta nella sala Koch, dove Mattarella arriva accolto dagli applausi. A discutere del politico pugliese sono Giuseppe Valentino, presidente della Fondazione An, La Russa, che fa gli onori di casa, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, i giornalisti Maurizio Belpietro, Stefano Folli e Antonio Polito. In Senato c’è Angela Filipponio Tatarella, vedova del grande leader scomparso, e poi, tra gli altri, anche l’ex presidente di An e della Camera, Gianfranco Fini, la ministra Daniela Santanchè, Gianni Letta, Pierferdinando Casini e tanti altri. Dal palco non manca un saluto indirizzato all’editore dell’Adnkronos, Pippo Marra, presente in sala: «L’amico di sempre di Pinuccio - dice Gasparri - una persona con cui Tatarella ha condiviso tante scelte». Il ministro della Cultura, Sangiuliano, si commuove in chiusura del suo ricordo: «Dalla morte di Tatarella ho cambiato tanti telefoni, in ogni cellulare ho riportato il numero di Pinuccio, quasi lo dovessi chiamare per chiedere consiglio», dice il ministro napoletano. Che poi aggiunge: «Il fatto che Tatarella sia ancora il convitato di pietra di tante discussioni sulle riforme istituzionali, sul Mezzogiorno, sul dato culturale della destra italiana, sta a significare la consistenza del suo personaggio».
«PINUCCIO NON È MAI MORTO». La Russa spiega che «per chi lo ha conosciuto Pinuccio non è mai morto. Noi di destra gli dobbiamo molto, credo che anche il ruolo della prima donna premier sia la chiusura di una storia che non solo Tatarella aveva immaginato, ma probabilmente sperato». «Seppe unire cose anche lontane, come la Lega e la destra quando erano ai ferri corti», ricorda Gasparri, mentre Fini spiega: «Se c’è una destra di governo» è perché «c’è il premier orgogliosamente di destra, non è il sogno di Tatarella questo?»
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