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Card vaccinali, De Luca a giudizio: «Spesa inutile, si sovrappone al green pass»

Card vaccinali, De Luca a giudizio: «Spesa inutile, si sovrappone al green pass»

«Una spesa inutile» perché «si sovrapponeva al green pass nazionale». I giudici della Corte dei Conti calano la scure sulla smart card vaccinale per il Covid introdotta dalla Regione Campania nel 2021 e, accogliendo la richiesta dei pm Davide Vitale e Mauro Senatore, rinviano a giudizio, per un presunto danno erariale di tre milioni e 700mila euro, il governatore Vincenzo De Luca; Italo Giulivo, coordinatore dell’unità di Crisi regionale per l’emergenza epidemiologica da Covid-19; Antonio Postiglione, membro e vice dell’Unità di crisi; e gli altri componenti della struttura Massimo Bisogno, Ugo Trama e Roberta Santaniello. Lo scorso mese di agosto i sei, che dovranno comparire davanti ai giudici per la prima udienza il prossimo 4 luglio, avevano ricevuto un invito a dedurre. De Luca e Bisogno rispondono per 928.725 euro; Giulivo per 742.980; Postiglione, Trama e Santaniello per 371.490 euro. Secondo i pm contabili, che delegarono la Guardia di Finanza per le indagini, la scelta di acquistare smart card, «funzionali alla attestazione di avvenuta vaccinazione» è apparsa fin dalla sua introduzione, come una “fuga in avanti”, rectius, uno sconfinamento della Regione Campania in ambiti non di sua pretta e specifica competenza» nonché «un’iniziativa palesemente priva di un fondamento normativo nonché- per come le vicende acquisitive si sono effettivamente dipanate - già in via previsionale individuabile (o meglio stigmatizzabile) come non portatrice di alcuna possibile concreta utilità, ma piuttosto foriera di un assoluto spreco di risorse (prognosi postuma ex antea)». La contestazione, perciò, riguarda l’adozione di provvedimenti «affetti da incompetenza amministrativa ex art. 117 e 118 Cost., vertendo la scelta assunta su una materia rientrante nella competenza assoluta del legislatore nazionale». Inoltre, nell’invito a dedurre di contestava anche il fatto che invece di evitare di portare avanti un’iniziativa «nitidamente ed incontrovertibilmente inutile», «il Presidente della Regione (pur sempre nella sua veste di soggetto attuatore della Protezione civile nazionale e poi del Commissario per l’emergenza) ritenne di adottare non una, ma due ordinanze, la prima del 6.5.2021 e la seconda addirittura del 6.8.2021, “spingendo sull’acceleratore” della completa esecuzione della fornitura e quindi nella perseverazione della concretizzazione di una spesa totalmente inutile». E ancora: «Alla fine, i costi sostenuti dalle casse regionali per l’acquisto di uno strumento - ex ante inutile e privo di effettiva pubblicistica funzionalizzazione - sono stati pari a 3.714.900,00 euro, che sarebbero stati anche maggiori, senza l’iniziativa di questa Procura, il cui solo intervento istruttorio ha interrotto il flusso tra ordinativi-forniture-pagamenti innescato come una dirompente -per le casse pubbliche - reazione a catena». A carico dei sei, quindi, sussiste «la piena consapevolezza e coscienza non solo della condotta posta in essere, ma anche della causazione del danno, quanto meno in termini di dolo eventuale, ovvero di rappresentazione dell’inutilità nonché generica illegittimità della spesa e di accettazione consapevole del consequenziale rischio di indebito esborso». Sulla vicenda, l’avvocato Andrea Castaldo, legale del presidente della Regione Campania, sottolinea che la smart card non ha portato «a una duplicazione della spesa, perché non rappresentava, e non lo è tutt’ora, una sorta di duplicato del green pass essendo destinata non solo come attestazione di avvenuta vaccinazione ma anche ad altri usi come strumento per tracciamento e banca dati. Senza dimenticare che all’epoca ci si trovava in una situazione estremamente drammatica, alla quale la Campania non sfuggì, per cui certe decisioni vanno sempre contestualizzate in un determinato momento. In ogni caso, siamo convinti di riuscire a dimostrare la correttezza dell’operato della Regione Campania»:

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