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Fondi sviluppo e coesione, De Luca alza ancora i toni: «Farabuttismo istituzionale»

Fondi sviluppo e coesione, De Luca alza ancora i toni: «Farabuttismo istituzionale»

Parla di «atteggiamenti istituzionali di vero farabuttismo», aggiungendo che la mancata sottoscrizione dell’accordo per i fondi di sviluppo e coesione tra il Governo e la Campania «è una vergogna nazionale». Vincenzo De Luca torna a sparare a zero contro l’Esecutivo. Chi aveva pensato che il governatore moderasse quantomeno i toni della polemica si sbagliava.

«NON SANNO COS’È LA DEMOCRAZIA». De Luca è durissimo quando, riferendosi al Governo, dice che «questi non sanno cos’è la democrazia, non sanno cos’è l’interlocuzione istituzionale. Pensano che essere andati al governo significa conquistare il bottino, accaparrarsi i soldi».  Il ministro Raffaele Fitto non lo nomina mai, ma è chiaro che il principale bersaglio della polemica del governatore è ancora una volta lui, il ministro per il Sud e delle politiche di Coesione: «Da un anno stiamo discutendo per investire sei miliardi di euro», lamenta De Luca riferendosi al mancato accordo. E ricorda che «abbiamo fatto una manifestazione a Roma per dire a questi farabutti che la Campania non si fa ricattare e non si piega. Ci faranno perdere tempo ma arriveremo dove dobbiamo arrivare».  Parole che De Luca pronuncia nel corso della cerimonia di inaugurazione, a Roccadaspide, nel Salernitano, dell’ospedale di comunità cittadino.

«UNA VERGOGNA NAZIONALE IL BLOCCO DEI FONDI DI COESIONE». La critica di de Luca continua a muoversi sull’asse di quella che lui considera la differenza di trattamento tra Nord e Sud da parte di Palazzo Chigi: «Il Governo blocca, è una vergogna nazionale. Noi siamo bloccati da un anno per il fondo sviluppo e coesione - tuona il governatore campano -. Hanno firmato gli accordi con tutte le regioni del Nord, tranne che con Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna, cioè il Sud».

TEMPI LUNGHI. Per De Luca siamo di fronte a «un misto di arroganza del potere e di incapacità amministrativa. Io misuro i tempi dell’amministrazione regionale a giorni, a ore. Questi misurano i tempi a ere geologiche. È mai tollerabile che dopo un anno ci debbano essere per la Campania sei miliardi di euro bloccati senza che si muova una foglia?».  Poi De Luca se la prende con le iniziative del Governo per la Campania definite «sceneggiate» e che «sono tempo perso e prese in giro nei confronti dei cittadini perché dietro le sceneggiate non c’è neanche un euro destinato ai territori».

«COMBATTIAMO CONTRO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA». Un concetto che il governatore ribadisce anche alla stazione ferroviaria di Paestum, in occasione della consegna dei lavori per la realizzazione del sottopasso ferroviario e prima di partire per la visita a Caivano, nel Napoletano, dove il no al blocco dei fondi europei di sviluppo e coesione si incrocia con il no all’autonomia differenziata che, scandisce il presidente della Giunta regionale della Campania,  «finirà per accentuare il divario Nord-Sud e la marginalizzazione del Mezzogiorno soprattutto in relazione a due grandi servizi di civiltà, la sanità e la scuola».  

IL RISCHIO DI AUMENTARE L’EMIGRAZIONE. Autonomia differenziata significa autorizzare le regioni del Nord «ad aggiungere ai contratti nazionali dei medici, infermieri, anche dei contratti regionali integrativi». La conseguenza per De Luca è senza discussione: «Significa che il Sud è morto perché avremo un flusso di emigrazione dal Sud al Nord ancora più forte. Dovremo combattere. La Regione Campania, da sola, già si sta battendo con 550 sindaci che sono venuti a Roma a sollevare questi due problemi: no all’autonomia differenziata».

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