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Autonomia differenziata, sale la tensione: botta e risposta Salvini-De Luca

Autonomia differenziata, sale la tensione: botta e risposta Salvini-De Luca

Non si placa lo sconto sull’autonomia differenziata. E da Milano, a margine della visita alle case Aler di via Salomone, il vicepremier Matteo Salvini attacca il governatore campano Vincenzo De Luca: «Ha paura perché con l’autonomia perde la maschera e se le cose non funzionano a Napoli o a Salerno non è colpa della sfortuna, dell’oroscopo o di Salvini, ma è colpa sua che non sa fare il suo lavoro. Se le cose oggi non funzionano a Napoli o a Caserta non è colpa di Salvini, ma di chi governa a Napoli o a Salerno da decenni. Il signor De Luca si metta l’anima in pace».

DE LUCA TORNA ALLA CARICA. Ma il numero uno di Palazzo Santa Lucia non molla e nel corso del proprio intervento alla presentazione della nuvoa stazione Eav di Torregaveta ribadisce che «l’autonomia differenziata rischia di dare un colpo mortale alla Campania e al Sud. Sul trasporto rischiamo di perdere 180 milioni e questo ci constringerà a ridurre di un terzo il servizio di trasporto pubblico urbano. Sulla sanità, grazie alla possibilità per le Regioni di fare contratti integrativi, tanti medici se ne andranno il Lombardia, dove c’è un avanzo di nove miliardi sul fondo sanitario». E ancora: «Intanto noi facciamo fatica a coprire i turni del pronto soccorso anche nei Dea di secondo livello, vedi ad esempio i casi di Torre del Greco e Castellammare di Stabia. Abbiamo fatto un concorso unico regionale per trovare medici per l’emergenza-urgenza. Su 400 domande, sono state 62 queli che hanno superato le prove. Li abbiamo convocati e ne sono arrivati 51, alcuni dei quali giovani specializzandi. Ne avremo una trentina per tenere aperti i pronto soccorso». De Luca è un fiume in piena: «Abbiamo spiegato al Governo che dobbiamo raddoppiare gli stipendi di chi lavora ai pronto soccorso, fare contratti a tempo indeterminato per i giovani che si stanno specializzando e anticipare l’età pensionistica. Oltre a togliere la porcheria del numero chiuso a Medicina, un autentico marchettificio». E poi, con riferimento alla premier: «C’è chi dice “chiamatemi Giorgia”... La prossima volta che vado in qualche posto dirò “chiamatemi Vincent”. Ma dateci la possibilità di avere i medici per il pronto soccorso!». Poi l’attacco sul Fondo sviluppo e coesione: «Dobbiamo avere sei miliardi e stiamo aspettando da un anno. Ci stanno prendendo in giro e stanno fregando i soldi per il Mezzogiorno perchè non hanno un euro. Neanche con Silvio Berlusconi avevamo avuto questo livello di arroganza del potere e questa volontà di accaparrare tutte le risorse a Roma. Allora c’era un clima di rispetto istituzionale, c’era un fondo per lo sviluppo infrastrutturale di quattro miliardi. E questi se ne sono presi tre. Poi arriva la presidente del Consiglio e annuncia lo stanziamento di un miliardo per il Sud: e ci credo, dopo che se ne sono presi tre...». Infine: «Purtroppo questo Paese è ridotto a un circo equestre e se va avanti il progetto di autonomia differenziata il Sud è morto. È bene che lo sappiano tutti».

L’ACCUSA DI MARAIO. Ad attaccare sulla questione dell’autonomia differenziata è il segretario nazionale del Psi Enzo Maraio, candidato alle Europpe nella circoscrizione meridionale come capolista per Stati Uniti d’Europa: «Mentre il Governo si agita nel tentativo di occupare ogni spazio possibile, comprimendo anche il diritto all’informazione, non ci si accorge che nello stesso momento da Palazzo Chigi si continuano a tagliare i fondi per il Mezzogiorno. Un vero e proprio accanimento. Con un tratto di penna si sono cancellati tre miliardi e mezzo stanziati dal Governo Draghi per il Sud, finanziamenti destinati alle infrastrutture che arrivano dopo i tagli alla decontribuzione delle imprese. E se il Governo continua a fare macelleria con i soldi del Mezzogiorno, chi ha paura di perdere voti prende tempo sulla riforma dell’autonomia differenziata. Matteo Salvini si “arrende” e vorrebbe far slittare a dopo il voto la legge Calderoli. Un’altra riforma scellerata che taglierà l’Italia in due. Insomma da Palazzo Chigi il Sud proprio non si vede».

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