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12 Giugno 2024 - 08:41
«Sono pronto a sfidare De Luca e a dare un nuovo volto alla Regione Campania. È questa la grande sfida che ci aspetta nel 2025 e nei prossimi anni». Fulvio Martusciello, confermato al Parlamento europeo, coordinatore regionale di Forza Italia, non nasconde tutto il suo entusiasmo per il risultato raggiunto in Campania. «È un punto di partenza, non un punto di arrivo. È un percorso lungo che ci vedrà impegnati per raggiungere il 30 per cento alle prossime politiche. È un percorso non facile, lo abbiamo ribadito nella manifestazione di Paestum quando Forza Italia ha festeggiato i trent’anni dalla prima vittoria elettorale. Abbiamo raggiunto l’obiettivo del 10 per cento alle europee, siamo pronti per la madre di tutte le battaglie che è il 2025 quando si voterà in Campania per il rinnovo del consiglio regionale».
Per Forza Italia i prossimi anni saranno dunque un punto di riferimento.
«Sì, siamo pronti a diventare un punto di riferimento credibile, di prospettiva, in grado di attrarre il centro e gli elettori che si trovavano nella vecchia Dc e nel vecchio Psi interpretando i loro bisogni e le loro necessità. È un percorso di ricostruzione di un partito che richiederà ancora del tempo. Lo abbiamo riempito di contenuti, riformando e dando spazio ad una classe dirigente molto attenta ai cambiamenti».
Un anno fa vi davano tutti per morti.
«Ripeto, due anni fa abbiamo ereditato un partito svuotato di contenuti, ma siamo riusciti ad arrivare a questo straordinario risultato che non era per niente scontato e che ha visto la Campania e il Sud fare la loro parte da veri protagonisti».
Un percorso che ha come prossimo obiettivo le elezioni regionali dell’ottobre 2025.
«Ci prepariamo partendo dai numeri concreti, dai risultati raggiunti, da una leadership che lavora sul campo e che troverà una sintesi con tutti gli alleati».
Qual è la vostra piattaforma per ridare un nuovo volto alla Campania?
«Il dialogo, aggregando tutte le forze centriste che intendono condividere il nostro progetto attraverso un accordo di programma che non veda più una governance napolicentrica ma capace di guardare ad un forte riequilibrio delle aree interne. Per la nostra comunità sarà l’inizio del futuro».
Quale vento nuovo porterete a Bruxelles?
«L’Italia la si difende stando nelle commissioni che contano, curando i dossier che contano, frequentando il parlamento europeo, tessendo relazioni con i colleghi per poter avere il loro supporto. Noi abbiamo una visione di insieme sulle grandi sfide che ci aspettano. E su tutti i temi il Ppe sarà protagonista».
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