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Picierno: «Pd forza riformista e progressista, il Sud sfida cruciale»

Picierno: «Pd forza riformista e progressista, il Sud sfida cruciale»

Al Parlamento europeo per difendere le donne, per dare valore al Sud e per costruire un’Europa libera e forte. Sono i propositi di Pina Picierno, rieletta al Parlamento europeo dove ha ricoperto la carica di vicepresidente nell’ultimo legislatura.

Si aspettava un risultato così straordinario?
«Con il voto dell’ultimo weekend, il Pd rappresenta la prima forza di opposizione del Paese e l’unica forza riformista e progressista che può rafforzare l’Unione europea, mettendo al centro il tema dei diritti, del lavoro e della transizione ecologica. Non possiamo nascondere che la minaccia della destra xenofoba, putinista e sovranista è tentacolare e sempre più invasiva. In Europa, la condizione fondamentale della nuova maggioranza dovrà essere necessariamente quella di non contemplare alcuna alleanza con le destre che vogliono indebolire la stessa Unione». 

E in Italia?
 «In Italia la sfida sarà quella di contrastare politicamente riforme che farebbero letteralmente a pezzi il Paese, come l’autonomia differenziata e il premierato. Allo stesso tempo, occorre continuare a formulare una proposta politica mirata a ridurre le diseguaglianze e a garantire l’accesso ai servizi fondamentali, dalla sanità alla scuola. Servirà un lavoro di squadra capillare, proprio come è avvenuto con successo durante l’ultima campagna elettorale».

C’è preoccupazione per l’avanzata delle destre in Europa?
«L’obiettivo di fare argine è riuscito: non c’è maggioranza senza Pse e il Pd è la prima delegazione nel Pse in Europa. Pensiamo a quello che succede in giro per il mondo, in Russia, all’aggressione di Putin all’Ucraina. L’Europa è democrazia e questa democrazia noi la dobbiamo saper amare e proteggere».  

Cosa si aspetta adesso?  
«L’Europa dovrà completare quelle riforme imprescindibili per il suo funzionamento: abolire il diritto di veto, dotare il Parlamento di un’autonoma iniziativa legislativa, ridurre il peso del Consiglio e dei governi nazionali. Occorre poi costruire un nuovo next generation, completando la transizione ecologica e quella digitale, come servono strumenti di welfare più coordinati, e apertura al mercato mediterraneo per le imprese. Si pensi agli stabilimenti produttivi di Pomigliano, Melfi, Taranto. Il Mezzogiorno che rappresentiamo è già in Europa, nelle università, nell’accoglienza turistica, nelle imprese agricole e industriali, tra i lavoratori. La sfida che ci attende è cruciale: non è concepibile alcun atteggiamento di chiusura o di arretramento rispetto alla necessità di rafforzare l’integrazione europea». 

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