Tutte le novità
03 Ottobre 2017 - 19:56
Mdp non voterà il documento, è scontro
ROMA. Il viceministro dell'Interno Filippo Bubbico, di Mdp, si apprende da fonti di governo, dopo la linea decisa dai bersaniani sul Def, ha comunicato al premier Paolo Gentiloni le sue dimissioni dal governo.
SCINTILLE GOVERNO-MDP - "Noi ci sentiamo vincolati alla responsabilità verso l'Italia e quindi al fatto di evitare l'arrivo della troika". Senza metafore, alla fine è stato Pier Luigi Bersani a mettere il punto sul 'tormentone' Def. Al Senato, dove domani si voteranno i saldi dei conti pubblici e la nota di aggiornamento al Def, Mdp farà la sua parte e il governo avrà i numeri che gli servono.
"I gruppi di Camera e Senato all'unanimità hanno deciso di non votare la relazione" al Def, mentre "per senso di responsabilità hanno deciso di votare a favore dei saldi dei conti pubblici", è stato l'annuncio di Roberto Speranza al termine della riunione dei gruppi Mdp. Una sfumatura non da poco, perché solo sui saldi è richiesta la maggioranza assoluta di 161. L'annuncio non ha colto di sorpresa il governo, che già da ieri aveva dato una stretta decisiva alla pratica 'pallottoliere' a palazzo Madama anche in forza di una serie di contatti con Mdp e, soprattutto, con Giuliano Pisapia.
In mattinata, parlando al Senato, Pier Carlo Padoan aveva fatto riferimento al lavoro da fare con Articolo 1 sul Bilancio. Intanto, era Anna Finocchiaro a lavorare sulla verifica dei numeri: "Mi pare che ci sia un buon clima", era stata la valutazione della ministra a metà giornata. Da palazzo Chigi l'evolversi della situazione veniva seguita con attenzione ma senza ansie. Il premier Gentiloni oggi non ha avuto incontri sul Def e si è concentrato sul discorso da tenere domani alla Basilica di Assisi per la festa di san Francesco.
SPERANZA: NON MI SENTO PIÙ DENTRO QUESTA MAGGIORANZA- Alla messa in sicurezza del voto del Senato si è arrivati, però, dopo una giornata di tensione tra dem e Articolo 1. "La relazione di Padoan oggi è stata insufficiente", ha spiegato sempre Speranza sentenziando: "Io non mi sento più dentro questa maggioranza". Per tutto il giorno Mdp ha marcato la distanza dalla maggioranza, votando no ai pareri sul Def nelle commissioni di Camera e Senato e 'incrociando' le lame con il Pd sulla legge elettorale.
"Il Pd vuole spaccare la maggioranza", è stata l'accusa di Alfredo D'Attorre. "Per Mdp ogni occasione è buona per dar contro a Renzi e al Pd", ha replicato Andrea Marcucci. I dem, platealmente, alla Camera hanno organizzato una serie di incontri con i partiti che sostengono il Rosatellum (FI, Ap, Lega) tenendo fuori Mdp: "Abbiamo persino provato a discutere con M5S, ma con loro è impossibile", era il ritornello ripetuto in Transatlantico dai dirigenti Pd.
Ma il punto chiave era la voce messa in circolazione tra i dem dal pomeriggio: sul voto in Senato c'era stata una frattura tra Mdp e Pisapia. Articolo 1 ha subito smentito, ma in serata è stato Dario Stefano, senatore vicino all'ex sindaco di Milano, a confermare: "Sono in disaccordo con le scelte di Mdp. Io sono orientato a votare a favore della nota e con me ci sono altri 7 o 8 senatori che la pensano allo stesso modo". Con soddisfazione, governo e Pd in serata sminavano il cammino della legge di Bilancio: "Quello di domani al Senato, tra l'altro, è l'ultimo voto della legislatura con la maggioranza assoluta", faceva notare un big dem in Transatlantico.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo