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I vescovi: «Pensavamo sepolti discorsi su razza»

I vescovi: «Pensavamo sepolti discorsi su razza»

Bassetti: non è chiudendo che si migliora la situazione del Paese

«Bisogna reagire a una cultura della paura che, seppur in taluni casi comprensibile, non può mai tramutarsi in xenofobia o addirittura evocare discorsi sulla razza che pensavamo fossero sepolti definitivamente». È l'esortazione in tema di migranti del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, contenuta nella prolusione del Consiglio permanente della Conferenza Episcopale italiana.

«Non è chiudendo che si migliora la situazione del Paese - avverte Bassetti - Avere dubbi e timori non è un peccato, come ha affermato Papa Francesco nella Giornata del migrante. Tuttavia, ha aggiunto che il peccato è lasciare che queste paure determinino le nostre risposte». In particolare, poi, il presidente della Cei ricorda che «quest’anno ci ricorda una pagina buia della storia del nostro Paese: le leggi razziali del 1938. In quell’occasione, in un clima di pavida indifferenza collettiva, Pio XI ebbe il coraggio di affermare che l’antisemitismo è inammissibile».

Tornando al tema delle migrazioni internazionali, che definisce «complesso e cruciale», Bassetti lamenta che «la discussione pubblica è troppo spesso influenzata da equivoci, incomprensioni e contese politiche. Per fugare ogni dubbio e per amore alla verità, mi sembra opportuno richiamare un aspetto per noi decisivo: i poveri, tutti i poveri, anche quelli forestieri di cui non sappiamo nulla, appartengono alla Chiesa per “diritto evangelico" e in virtù di questo diritto, non certo in nome di una rivendicazione sociale, ogni cristiano è chiamato ad andare verso di loro con un atteggiamento di comprensione e compassione».

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