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19 Marzo 2018 - 09:57
Verso la manifestazione del 14 aprile, il sindaco annuncia un manifesto su Palalzzo San Giacomo: "No al debito ingiusto, Napoli libera"
NAPOLI. "Gentiloni è stato leale" ma "Napoli e la sua gente devono sapere che scientificamente c'è chi ha operato per utilizzare il debito storico, illegittimo e ingiusto, per annientare la città, farci andare in dissesto e fermare la rivoluzione napoletana". Lo scrive su Facebook in un lungo post il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, spiegando che tra Governo e Comune "mancano solo gli ultimi adempimenti burocratici e la formalizzazione dell'accordo" sul debito Cr8 risalente agli anni post terremoto dell'80. Sull'azione di "chi ha operato per farci andare in dissesto" de Magistris spiega: "Ho le prove e quindi non taccio. 'Io so', avrebbe detto Pasolini. Non hanno raggiunto l'obiettivo perché non abbiamo mai smesso di difenderci e combattere per la città ed il suo popolo". L'eliminazione del pignoramento, aggiunge, "evita il crollo sociale ed economico della città, ma non basta: la Corte dei Conti, infatti, infligge al Comune di Napoli una sfilza di pesantissime sanzioni, a decorrere dal 2019, tra cui quella di pagare un uguale importo per il debito non pagato. Quindi dovremmo dare allo Stato circa 150 milioni di euro per i debiti che lo Stato non ha pagato in tempo. Siamo i danneggiati e le vittime ma paghiamo come se fossimo i colpevoli. La più feroce delle ingiustizie". Il 14 aprile in piazza Municipio si terrà una manifestazione indetta proprio dal Comune: i manifestanti saranno accolti dallo striscione "No al debito ingiusto, Napoli libera" affisso su Palazzo San Giacomo, anticipa de Magistris. "Da Piazza Municipio - conclude - verrà dato un mandato popolare forte ad un'ampia delegazione, che mi candido a guidare, che si recherà nella settimana successiva a Roma per incontrare deputati e senatori di tutti i gruppi politici affinché si mettano in campo immediatamente tutte le azioni per fermare il veleno sociale del debito illegale. Governo e Parlamento hanno gli strumenti per intervenire e lo dovranno fare".
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