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Si parte senza intesa

Si parte senza intesa

Dopo l'incontro dei capigruppo di ieri sera, che si è risolto con un nulla di fatto, le forze politiche affrontano la prova del voto senza ancora aver trovato alcuna convergenza definitiva

E' iniziata al Senato, puntuale alle 10:30, la prima seduta per l'apertura della XVIII legislatura, che prevede le due prime votazioni per l'elezione del presidente dell'assemblea.

Dopo l'incontro dei capigruppo di ieri sera, che si è risolto con un nulla di fatto, le forze politiche affrontano la prova del voto senza ancora aver trovato alcuna convergenza definitiva. A determinare lo stallo il no dei 5stelle al nome di Romani per il Senato e il rifiuto di trattare con il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi.

M5S, Pd, Fi, Lega, Leu e Fdi hanno deciso che nelle prime due votazioni per i presidenti di Camera e Senato voteranno scheda bianca.

"Sulla scena politica nazionale il voto del 4 marzo ha determinato un netto spartiacque, a inequivocabile vantaggio dei movimenti e delle coalizioni che hanno compiuto un balzo in avanti clamoroso nel consenso degli elettori e che quindi di fatto sono oggi candidati a governare il Paese. In pari tempo, il partito che nella scorsa legislatura aveva guidato tre esecutivi ha subìto una drastica sconfitta ed è stato respinto all'opposizione", ha detto Napolitano aprendo la legislatura al Senato. "Occorre comunque corrispondere alle scelte del corpo elettorale e delineare la strada per il prossimo futuro del Paese. E alcuni elementi possono concorrere ad allargare l'orizzonte. Si tratta in sostanza di far leva sull'interesse generale dell'Italia", ha poi aggiunto il presidente emerito Giorgio Napolitano sottolineando: "Di certo per aprire, nell'attuale scenario, nuove prospettive al Paese sono insieme essenziali il rispetto della volontà popolare e il rispetto delle prerogative del Presidente della Repubblica, al quale rivolgo a nome di voi tutti l'espressione calorosa della nostra stima e fiducia".

"Chi ha vinto non ha capito la situazione", dimostrando "incapacità a gestire la situazione", ha affermato il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, parlando all'assemblea dei Gruppi.

"Io un Nazareno bis non lo farò mai, non porterò mai il M5S a fare una cosa del genere", ha ribadito Luigi Di Maio, prendendo la parola all'assemblea del M5S e aggiungendo: "Non possiamo che votare oggi scheda bianca. Non dobbiamo mai dimenticare il metodo". "Siamo aperti al confronto con tutti, massima disponibilità", ha poi sottolineato dicendosi "orgoglioso della compattezza granitica sui nostri valori": "Siamo la forza del cambiamento. Cambieremo il Paese con l'integrità e la coerenza e questo cambiamento inizia con la presidenza della Camera".

"Non scendiamo a compromessi al ribasso e non accetteremo ricatti. Non riabilitiamo Silvio Berlusconi", ha detto dal canto suo Danilo Toninelli, capogruppo M5S al Senato.

"Abbiamo fatto del nostro meglio per cercare una soluzione che rispetti il voto degli italiani, mi pare che lo stallo sia dovuto ad alcune impuntature infantili del M5S", mentre ''noi abbiamo dimostrato grande apertura", commenta Giorgia Meloni. Ora, spiega il presidente di Fdi " continuiamo a lavorare perché l'obiettivo è cercare di avere un Parlamento funzionante nel minor tempo possibile".

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