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23 Marzo 2018 - 13:44
E' iniziata, come prevedibile, con una fumata nera la nuova legislatura
E' iniziata, come prevedibile, con una fumata nera la nuova legislatura. Nessuno ha infatti raggiunto la maggioranza dei 420 voti richiesti a Montecitorio per la prima votazione. M5S, Pd, Fi, Lega, Leu e Fdi poco prima del voto avevano annunciato che avrebbero votato scheda bianca.
E così è stato visto che le schede bianche sono state 592 e 18 le nulle. Hanno ottenuto voti Brunetta (2), Muroni (2), Stumpo (2), Bonafede (1) Lupi (1) e Ermini (1). Roberto Giachetti ha sospeso la seduta che riprenderà alle 14 per comunicare l'orario della seconda votazione.
Dopo l'incontro dei capigruppo di ieri sera, che si è risolto con un nulla di fatto, le forze politiche stanno affrontando la prova del voto senza ancora aver trovato alcuna convergenza definitiva. A determinare lo stallo il no dei 5stelle al nome di Romani per il Senato e il rifiuto di trattare con il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi.
Il Cav anche oggi insiste sulla candidatura dell'azzurro alla presidenza del Senato e ribadisce che al rinnovo dei vertici del Parlamento deve partecipare anche lui in prima persona alla trattativa e sedersi allo stesso tavolo con Luigi Di Maio e gli altri leader delle forze politiche. E boccia, quindi, l'idea dei grillini di convocare un incontro con i leader di tutti i partiti in campo con Matteo Salvini, unico rappresentante del centrodestra. ''I cinque stelle devono capire che i leader del centrodestra sono Berlusconi, Salvini e Meloni... Siamo tutti con Salvini che ha avuto dalla coalizione il mandato per formare un governo ma per nomine istituzionali come quelle dei presidenti delle Camere non è certo solo lui il leader del centrodestra. La posizione dei cinque stelle mi sembra proprio ridicola...'', ha detto Renato Brunetta aggiungendo: ''Oggi al Senato ci saranno due votazioni a scheda bianca. Dalla terza votazione noi di Fi e il centrodestra unito voterà Romani, che è il nostro candidato, come è stato ulteriormente ribadito ieri sera".
"Chi ha vinto non ha capito la situazione", dimostrando "incapacità a gestire la situazione", ha affermato il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, parlando all'assemblea dei Gruppi.
"Io un Nazareno bis non lo farò mai, non porterò mai il M5S a fare una cosa del genere", ha ribadito Luigi Di Maio, prendendo la parola all'assemblea del M5S e aggiungendo poi: "Ho sentito più volte sia Matteo Salvini che Maurizio Martina in questi giorni, con loro continueremo a parlare. Una soluzione la troveremo. "Non vogliamo arrivare al punto in cui si debba arrivare allo scontro", ha detto ancora Di Maio. "C'è qualche resistenza - ammette il capo politico M5S - ma noi restiamo ago della bilancia" in "una legislatura dove ci sono varie maggioranze relative". "Abbiamo parlato con Salvini come con Martina e con Grasso - sottolinea - Stiamo attivando gli incontri con tutti i gruppi di nuovo, non c'è da fare un incontro solenne ma c'è da capire cosa vogliono fare", rimarca, dicendosi convinto che con "Giulia Grillo e Danilo Toninelli si arriverà a un punto di conclusione positiva".
Napolitano - "Sulla scena politica nazionale il voto del 4 marzo ha determinato un netto spartiacque, a inequivocabile vantaggio dei movimenti e delle coalizioni che hanno compiuto un balzo in avanti clamoroso nel consenso degli elettori e che quindi di fatto sono oggi candidati a governare il Paese. In pari tempo, il partito che nella scorsa legislatura aveva guidato tre esecutivi ha subìto una drastica sconfitta ed è stato respinto all'opposizione", ha detto Napolitano aprendo la legislatura al Senato. "Occorre comunque corrispondere alle scelte del corpo elettorale e delineare la strada per il prossimo futuro del Paese. E alcuni elementi possono concorrere ad allargare l'orizzonte. Si tratta in sostanza di far leva sull'interesse generale dell'Italia", ha poi aggiunto il presidente emerito Giorgio Napolitano sottolineando: "Di certo per aprire, nell'attuale scenario, nuove prospettive al Paese sono insieme essenziali il rispetto della volontà popolare e il rispetto delle prerogative del Presidente della Repubblica, al quale rivolgo a nome di voi tutti l'espressione calorosa della nostra stima e fiducia".
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