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25 Giugno 2024 - 19:34
Raffaele Fitto, il ministro potrebbe diventare presto commissario europeo
Ruolo più forte a Mantovano e Fazzolari. Ipotesi sottosegretario agli Affari europei
ROMA. Il nome di Raffaele Fitto resta in pole position come commissario italiano. «Per fare un Fitto ce ne vogliono tre...», confida un ministro. Ma anche «squadra che vince non si cambia». Nei Palazzi romani si fanno i conti su quel che accadrà se e quando il super ministro Raffaele Fitto - il peso di ben 4 deleghe all’attivo - farà le valigie.
PATITA TUTTA DA GIOCARE. A Bruxelles, come a Strasburgo, le pedine sono tante ed è difficile andare a dama. Ma cosa accadrà a Roma se Fitto dovesse davvero trovare un suo posto a Bruxelles nella squadra di Ursula von der Leyen come super commissario alla coesione e al Recovery plan?
VERSO LO SPACCHETTAMENTO DELLE DELEGHE. A quanto apprende l’Adnkronos da fonti qualificate, l’ipotesi di un rimpasto di governo sarebbe da «escludere a priori», nonostante i rumors che rimbalzano tra Camera, Senato e Palazzo Chigi parlino addirittura di uno “spacchettamento”, con il superministero di Fitto - Affari europei, Pnrr, Coesione e Sud - spaccato in due, diviso in due dicasteri. Così non sarà, assicurano fonti vicine alla premier. Che, di voler vedere la sua squadra arrivare a fine corsa - «squadra che vince non si cambia», giustappunto - non ha mai fatto mistero. Privarsi di uno come Fitto, poi, per lei vorrebbe dire «togliere un pezzo da 90», perché è noto - ma anche evidente dalle deleghe che gli sono state assegnate, a partire dai 194,4 miliardi del Pnrr - che la presidente del Consiglio si fida di lui come di pochi altri.
IL RUOLO DI MANTOVANO E FAZZOLARI. La premier sarebbe decisa a non assegnare, nel caso, il superdicastero ad altri, ma a “ripartire” il pacchetto di deleghe che oggi Fitto gestisce in solitaria. Innanzitutto puntando su Palazzo Chigi, dove Meloni può contare su due sottosegretari come Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, con il primo in funzione di “regista”.
UN SOTTOSEGRETARIO AGLI AFFARI EUROPEI. E giocando più avanti la carta di un sottosegretario ad hoc - due i posti venuti meno nel sottogoverno, con le dimissioni di Vittorio Sgarbi e Augusta Montaruli - creandone uno agli Affari europei.
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