Cerca

La decisione

Liste d'attesa, le Regioni bocciano il decreto

«Non prevede finanziamenti»

Liste d'attesa, le Regioni bocciano il decreto

Il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga

La Conferenza esprime parere negativo sul provvedimento del Governo

ROMA. Decreto bocciato. La Conferenza delle Regioni presieduta dal governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, ha espresso parere negativo al provvedimento varato dal Governo sulle liste d’attesa, chiedendo una sostanziale modifica dell’articolo 2. Le perplessità riguardano la creazione di un “Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria” con poteri di vigilanza e controllo su aziende sanitarie e operatori privati accreditati. Secondo le Regioni, questa formulazione lede il principio di leale collaborazione tra Stato ed Enti Locali e presenta profili di illegittimità costituzionale. Si chiede una riscrittura condivisa dell’articolo che punti alla collaborazione interistituzionale e al rispetto delle competenze: lo Stato controlla le Regioni, le Regioni controllano le aziende sanitarie e si confrontano con il Ministero.

IL NODO DELLE RISORSE. Soprattutto, servono risorse. Le Regioni fanno notare che un’efficace attuazione di misure di contenimento dei tempi di attesa non può prescindere «dalla disponibilità di congrue risorse economico-finanziarie aggiuntive e di adeguate risorse umane». L’acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati, l’assunzione di personale ed il ricorso alle prestazioni aggiuntive, lo svolgimento di attività sanitaria in orario notturno, prefestivo e festivo, gli indispensabili adeguamenti tecnologici e gli aggiornamenti informatici, spiegano i governatori, «necessitano di un’adeguata disponibilità di risorse economiche e di personale

COMPETENZE E VERIFICHE. Inoltre, le Regioni contestano che gli esiti delle verifiche possano essere utilizzati per applicare sanzioni o premi a Regioni e aziende, in qanto tale valutazione rientra nelle loro competenze esclusive. Richiedono quindi un ruolo più collaborativo e meno invasivo da parte del Governo, con un focus sul dialogo e la condivisione delle strategie per ridurre le liste d’attesa. Un altro dei nodi importanti che vengono messi in evidenza dalle Regioni riguarda la ripartizione delle competenze e il rispetto dell’autonomia regionale. Le Regioni si dicono pronte a collaborare per migliorare l’assistenza sanitaria, ma chiedono di farlo nel rispetto delle proprie prerogative e senza ingerenze indebite da parte del potere centrale.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori