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La partita europea

Meloni: incontrerò von der Leyen e decideremo

La premier apre all'Ursula bis: faccio gli interessi dell'Italia

Meloni: incontrerò von der Leyen e decideremo

La premier Giorgia Meloni

La leader di Fdi tende anche la mano al gruppo di Orban

ROMA. Primo: "L'unico obiettivo è di portare a casa per l'Italia il massimo risultato possibile". Secondo: "Vogliamo che ci venga riconosciuto il giusto peso e tutta la maggioranza sta lavorando a questo". Il vertice Nato è terminato e Giorgia Meloni già pensa al prossimo appuntamento. Un appuntamento decisivo: quelo che riguarda la decisione se votare o meno Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Ue: "Come presidente dei conservatori europei, incontrerò Von der Leyen e poi, a valle di quello che ha da dire, parleremo con le altre delegazioni e decideremo cosa fare". Tutti gli scenari sono quindi ancora aperti.

L'APERTURA AI PATRIOTI DI ORBAN. La premier conferma anche la volontà di tenere aperi i ponti del dialogo con gli altri gruppi di destra che in Europa hanno aderito ai Patrioti di Orban, ricordando che nel gruppo "c'è Salvini, come c'è Vox che è stato con Ecr fino a qualche giorno fa». «La partecipazione e la composizione dei gruppi europei non impedisce affatto che ci siano ottimi rapporti e che ci siano forme di collaborazione, come dimostra il caso italiano dove mi corre l'obbligo di ricordare che i tre partiti che compongono la maggioranza, pur stando insieme praticamente da 30 anni, sono sempre stati in gruppi europei diversi". 

TENSIONE CON LA LEGA. Ma è sul tema del sostegno militare all'Ucraina che si registra la tensione con la Lega. «Noi in Ucraina ci siamo concentrati sui sistemi di difesa aerea, che è il modo migliore per difendere una nazione aggredita - afferma la premier -. Lo dico anche a chi da varie parti dice che se si continuano a inviare armi all'Ucraina si alimenta la guerra (come ha detto anche Salvini, ndr). Dipende anche da che cosa si invia, perché se noi non avessimo mandato i sistemi di difesa antiaerea i missili sarebbero partiti ugualmente, colpendo molta più gente, come abbiamo visto qualche giorno fa all'ospedale di Kiev". Ma dalla Lega filtra irritazione per la posizione della premier. Il capogruppo del Carroccio al Senato, Massimiliano Romeo, lo dice chiaro: la Lega ribadisce «il giusto sostegno alla resistenza ucraina»,ma al tempo stesso chiede «che si lavori di più sul fronte della diplomazia per arrivare almeno ad una tregua».

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