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il dibatitto sull'europa

Meloni: «Su von der Leyen scelta di coerenza»

Sulle nomine botta e risposta Fi-Lega

Governo e Ue

La premier Giorgia Meloni

ROMA. «Penso di avere fatto una scelta di coerenza, non sulle mie posizioni, ma rispetto alle elezioni europee. Mi fa sorridere come alcuni osservatori non tengano minimamente in considerazione che cosa i cittadini hanno chiesto con il loro voto dell’8 e 9 giugno». A dirlo al Corriere della Sera la premier Giorgia Meloni, motivando la sua scelta di schierare il governo italiano contro il bis di Ursula Von der Leyen alla presidenza della Commissione europea. «Non ho scelto - spiega - in base a un principio o a uno schieramento ideologico. Ragiono per quello che è meglio per l’Italia e per l’Europa. La presidente ha detto cose che ci trovano d’accordo, in particolare sull'immigrazione, confermando il cambio di passo impresso soprattutto grazie al lavoro italiano. Ma ha anche detto cose che sia nel metodo sia nel merito non rendevano possibile il voto di Fratelli d’Italia». Meloni domani riceverà il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa.

Intanto, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ribadisce che «in Europa sono stati eletti i vicepresidenti di Metsola, sono stati eletti vicepresidenti dei conservatori e non sono stati eletti dei patrioti che ancora una volta si dimostrano ininfluenti. Il problema è che anche i patrioti italiani rischiano di essere ininfluenti all’interno di quelli europei. Noi saremo nella cabina di comando, Sicuramente l’estrema destra di Le Pen è fuori dai giochi, non li eleggono, non li vogliono, non è che manca la democrazia». Ma dalla Lega arrivano critiche a Tajani. «Votare con la Schlein per una poltrona è imbarazzante. Meglio senza vicepresidenti che con Verdi e sinistre» fanno trapelare fonti del Carroccio. La replica di Tajani non tarda: «Sulla von der Leyen qualcuno dice che abbiamo votato come la Schlein e come i verdi, potrei dire allora che chi ha votato no ha votato come la Salis e Fratoianni e come Conte, ma sarebbe una risposta puerile, come è puerile dire che abbiamo votato con la sinistra». Intanto, è partita la raccolta di firme per il referendum contro l’autonomia differenziata.

E la segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein, su un ulteriore allargamento del campo largo ribadisce che «come Partito democratico siamo ovunque testardamente unitari, lo siamo ancora di più dopo il buon risultato che abbiamo visto alle amministrative e alle Europee. Quando c’è una candidatura credibile e quando si mette avanti un progetto condiviso su priorità concrete che interessano i bisogni delle persone, la sanità, la scuola, il lavoro dignitoso, il clima, le opportunità di lavoro per i giovani, come aiutiamo gli esercizi commerciali in difficoltà i diritti di tutti e di tutte: su queste priorità io sono convinta che tra le forze che vogliono costruire l’alternativa alla destra si possa realizzare un’ampia convergenza». E sull’abbraccio con Matteo Renzi alla Partita del Cuore taglia corto: «Se politicizziamo anche il calcio siamo finiti, lo dico nell’interesse degli italiani».

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