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Giuli: «Pompei fattore di sviluppo, investiremo in altri siti in Campania»

Ultimo giorno di lavori a Palazzo Reale

Giuli: «Pompei fattore di sviluppo, investiremo in altri siti in Campania»

Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli

«Pompei è uno dei luoghi simbolo della cultura italiana e patrimonio mondiale dell'umanità, preserva testimonianze straordinarie della storia d'Italia e del mondo intero. E, al tempo stesso, è uno spazio per spettacoli dal vivo e la valorizzazione dei giovani artisti: è un posto che palpita di vita». Così il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha aperto la riunione ministeriale del G7 di Napoli.

«Il Parco Archeologico di Pompei non è soltanto uno straordinario scrigno di tesori dell'antichità e la pluralistica rappresentazione di una città dell'antica Roma - dichiara Giuli - ma è oggi anche principale fattore di sviluppo delle comunità dell'area grazie alle attività e all'attrattività turistica del Parco, è generatore di cultura e di socialità condivisa».

Il ministro Giuli ricorda che «il governo insieme all'Unione Europea ha investito 800 milioni di euro negli ultimi 10 anni in sicurezza e miglioramento dei servizi». E questo ha portato ad un aumento dei visitatori del Parco: «Sono passati da 2,4 a 4 milioni all'anno. Questi risultati incoraggianti ci spingono ad investire nella valorizzazione degli altri siti archeologici di una regione, la Campania, ricca di storia e cultura», conclude.

«Ai delegati del G7 Napoli - ha spiegato Giuli - ho illustrato Pompei perché è un'esperienza italiana che racconta come la cultura nella sua più ampia accezione - che va dai siti del patrimonio culturale all'industrie creative come il design - possa essere uno straordinario fattore di sviluppo sostenibile per il mondo, dialogo, confronto e sviluppo».

«E lo è per l'Italia dove costituisce una voce significativa del nostro prodotto interno lordo ma anche per tutte le nazioni del mondo che sappiano preservare il proprio patrimonio materiale e immateriale, dalle lingue locali alle tradizioni native, all'artigianato ai saperi dell'intelletto», conclude.

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