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La riforma

Autonomia, stop da Forza Italia e Fratelli d'Italia

Tajani frena Calderoli: «Sull’export non possono decidere le Regioni»

Autonomia, stop da Forza Italia e Fratelli d'Italia

Antanio Tajani e Edmondo Cirielli

Anche Cirielli avverte: impossibile sottrarre allo Stato il commercio estero, è cruciale per le imprese

ROMA. Una lettera al ministro leghista per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, per dire che «è sbagliato affidare l’export a ogni Regione: che facciamo la guerra tra i vini pugliesi e piemontesi?». Emergono nuovi dubbi nella maggioranza in ordine alla riforma dell’autonomia differenziata. A porli sono Antonio Tajani (nella foto a sinistra), ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, e il viceministro agli Affari Esteri, il salernitano Edmondo Cirielli (nella foto a destra). Al centro della discussione il commercio estero che la riforma Calderoli prevede di poter devolvere alle Regioni che ne chiedono la competenza.

«PERPLESSO SU ALCUNE COMPETENZE». «Non sono in lite» con il Calderoli, premette Tajani. «Ho detto quali sono le mie perplessità per quanto riguarda alcune competenze che, secondo me, non possono essere toccate soprattutto per quanto riguarda il mio portafoglio, che è quello del ministro degli Esteri e del Commercio internazionale». Parlando a “In mezz’ora” su Rai 3, il vicepremier spiega che sulla materia dell’export «bisogna fare in modo assolutamente che ci sia equilibrio e non si tolgano competenze che soltanto lo Stato nazionale può gestire», ha spiegato il leader di Fi.

CIRIELLI: L’AUTONOMIA IN AFFARI ESTERI CREEREBBE ASIMMETRIE. Contrario all’ipotesi è anche Cirielli. Il viceministro agli Esteri spiega che l’autonomia nel commercio estero, nella cooperazione internazionale e nei rapporti con l’Europa, così come richiesto da Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria, «creerebbe pericolose asimmetrie di natura legislativa e amministrativa che darebbero origine a caos nei rapporti dello Stato italiano con il resto del mondo». L’esponente salernitano del Governo parla di «una devolution impraticabile nella materia “esteri”. Il commercio estero è cruciale per le imprese italiane ed è strategico per la nostra economia, proprio perché offre molte opportunità di crescita e sviluppo».

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