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Inchiesta dati rubati, Nordio: «Non siamo al sicuro»

Così il ministro commentando il nuovo caso legato all'hackeraggio, stavolta alla Procura di Milano

Inchiesta dati rubati, Nordio: «Non siamo al sicuro»

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio

«Credo che non siamo al sicuro e non saremo al sicuro fino a quando la legge e la tecnologia a nostra disposizione non sarà riuscita ad allinearsi con quella della criminalità. In linea generale, tecnologia avanza rispetto alle leggi, in tutti i settori, a partire dalla bioetica, quando si è capito che il confine tra vita e morte non erano compatibili con leggi vigenti. I malintenzionati sono sempre più avanti degli stessi Stati, hanno hackerato anche il Cremlino, servono sforzi per allineare normativa vigente ma anche lavorando di fantasia, prevedendo cosa possono fare senza doverli inseguire». Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in videocollegamento con CasaCorriere, in corso a Napoli, commentando il nuovo caso legato all'hackeraggio, stavolta alla Procura di Milano.

DOSSIERAGGI

«Direi che guardando i risultati delle indagini o quanto si è potuto capire, sono d'accordo: il dossieraggio era mirato contro persone di alta caratura politica effettivamente l'intenzione era sicuramente quella, i risultati diventano spesso un boomerang, quando i dossieraggi sono scoperti, diventano grossolani, goffi, con risultati contrari». Così il ministro alla domanda se la pratica del dossieraggio, come sostenuto da alcuni membri del governo, abbia provato a minare la tenuta dell'Esecutivo. 

«DA POLITICA NESSUNA PRESSIONE SUI MAGISTRATI»

«Non c'è un clima di pressione da parte della politica nei confronti dei magistrati e se loro pensano che la riforma sul Consiglio superiore della Magistratura e sulla separazione carriere sia una forma di pressione, allora attuano un atteggiamento incomprensibile». Secondo Nordio, «nel mio mondo ideale i magistrati non dovrebbero criticare le leggi sotto il profilo del merito, quindi da un punto di vista tecnico» aggiungendo di auspicarsi «da ex magistrato, da ministro e da cittadino, una conciliazione, una serenità di rapporti tra politica e magistratura come auspicato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma bisogna essere in due per una situazione di armonia. So che alcuni politici hanno usato parole forti verso i magistrati, che a loro volta hanno usato parole violentissime verso i politici».

SEPARAZIONE DELLE CARRIERE

«Sulle riforme che riguardano la Giustizia quello che non è negoziabile è la riforma costituzionale, sulla separazione delle carriere dei magistrati e sul Csm. Quella legge è blindata e auspico che dopo l'approvazione si vada a un referendum, è una materia delicata ed è giusto che si esprimano gli italiani. Questo non è negoziabile, tutto il resto lo è. Sulle intercettazioni siamo apertissimi».

«La riforma sulla separazione delle carriere non si modifica» ha specificato Nordio. «È nel programma del governo ed è un dovere del governo proporre questa legge, perché è quella proposta ai cittadini, che ce l'hanno imposta. Non è negoziabile ed avverrà», ha spiegato Nordio, aggiungendo: «Vorrei che smettessimo di far coincidere la separazione delle carriere con il pericolo che il pubblico ministero venga sottoposto al potere esecutivo: nella riforma è scritto a lettere chiarissime che il pm è e resterà assolutamente autonomo e indipendente. La riforma va letta integralmente: la separazione delle carriere esiste in tutti i Paesi democratici», ha concluso il ministro.

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