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Alta tensione
20 Novembre 2024 - 08:29
Roberto Calderoli
ROMA. È bagarre sull’autonomia differenziata dopo la sentenza della Consulta che ha picconato la legge Calderoli. Ma proprio il ministro leghista sembra intenzionato ad andare avanti.
Tanto è vero che alle opposizioni che chiedono con una mozione di sospendere i negoziati con le Regioni, Roberto Calderoli replica secco: «Il primo impegno della mozione unitaria chiede di non procedere alla stipula di nuove intese e di sospendere i negoziati avviati con le Regioni che hanno chiesto forme e condizioni particolari di autonomia. Sul punto, il Governo non può che esprimere parere contrario. Ricordo, infatti, ai presentatori che le richieste pervenute dalle Regioni riguardano esclusivamente le materie non-Lep. Pur in attesa di conoscere la sentenza della Corte costituzionale, non posso non rilevare come quanto emerga dal comunicato abbia un impatto limitato sulle materie non-Lep e sia perfettamente coerente con il negoziato avviato. Rassicuro comunque i presentatori sul fatto che è mia intenzione non procedere a nuovi tavoli negoziali sino al deposito della sentenza».
E in aula scoppia la bagarre. Marco Sarracino, esponente del Pd, attacca: «Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, l’autonomia differenziata non esiste più. È finita, game over». Per il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, rivolto alla maggioranza, è chiaro: «Il Governo sta dimostrando dilettantismo e pressapochismo. La Corte costituzionale ha demolito questo progetto, ma voi state facendo finta di nulla. Fermatevi con questo progetto sciagurato e scombinato».
Dal fronte della maggioranza, Pietro Pittalis di Forza Italia è chiaro: «Tutte le leggi sono perfettibili. Serve lavorare con un surplus di riflessione, che non significa procrastinare sine die l’iter della modifica». Perentorio il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo: «L’autonomia differenziata non si ferma, la Corte Costituzionale non ha svuotato il disegno di legge».
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