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Alta tensione

Terzo mandato, verso il ricorso

Domani in Consiglio dei ministri si decide sull’impugnativa della decisione della Regione Campania

Terzo mandato, verso il ricorso

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca

ROMA. Nel giorno della conferenza stampa del premier Giorgia Meloni, sarà il consiglio del ministri, convocato alle 18, domani, a doversi esprimere sul tema “caldo” del terzo mandato. Tema che si trascina da tempo, e che dovrebbe vedere l'esecutivo allineato per impugnare la legge regionale della Campania, in scadenza il prossimo 10 gennaio, portando la norma che apre al tris per la regione - oggi guidata dal dem Vincenzo De Luca (nella foto) - davanti alla Consulta.

Un ennesimo stop al terzo mandato che non dovrebbe registrare strappi nella maggioranza, con il governo che a quanto si apprende, già prima di Natale aveva reso noto l'orientamento ad impugnare il testo ai coordinatori locali. Con buona pace della Lega, da sempre a favore della modifica della legge, già bocciata in Senato dagli alleati di governo.

Le richieste del nord-est, con il Veneto di Zaia che punta ancora a cambiare le carte in tavola in extremis, sono costanti, ma Salvini è probabile che terrà fuori la questione dal consiglio dei ministri, non volendo alimentare tensioni con Fdi e Fi. Sullo sfondo resta la partita del Veneto. Tuttavia, pare evidente che non ci sia pieno accordo.

Nella Lega il fronte favorevole al terzo mandato è abbastanza ampio. «Non vedo perché un cittadino italiano non possa ricandidarsi per la terza volta a fare il presidente della regione», sostiene in un'intervista a La Stampa Gian Marco Centinaio, senatore della Lega e vicepresidente del Senato.

«Quello che stiamo dicendo da tempo, ma che forse i colleghi di maggioranza non hanno capito, dal momento che non hanno presidenti di regione con più mandati alle spalle, è che il terzo mandato non è né per De Luca, né per Zaia, né, in futuro, per Attilio Fontana o Massimiliano Fedriga - prosegue -. Stiamo parlando di permettere ai cittadini italiani di potersi candidare e agli elettori di poter scegliere».

Secondo Centinaio c'è un motivo politico dietro alla decisione di Meloni di dire no al terzo mandato. «A mio parere è solamente quello il motivo. In questo momento nel centrosinistra c'è un presidente che si chiama De Luca al quale non si vuole consentire un altro mandato. E nel centrodestra c'è un dibattito aperto sul Veneto: non si vuole permettere a Zaia di decidere se candidarsi per un altro mandato o no - spiega -. C'è un'ambizione politica, è evidente, diversi colleghi di FdI l'- hanno detto chiaramente. Nel momento in cui si toglie a Zaia la possibilità di ricandidarsi, c'è l'ambizione a candidare uno di loro».

La Lega ha accettato il no al terzo mandato di Meloni. «Mi pare logico che non fai cadere un governo per una questione come questa, ma spero che almeno ci sia un dibattito in consiglio dei ministri», conclude.

«Sul terzo mandato, io non ho simpatia nei confronti di Stefano Bonaccini, però gli va dato atto di aver affermato una cosa assolutamente condivisibile. Lui che è sempre stato a favore del terzo mandato, a differenza del suo partito, dice anche che le leggi vanno rispettate e aggiunge che è necessario favorire un ricambio generazionale. Accogliendo anche il suo invito, credo che su questo tema possa esserci un percorso comune», ha replicato Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, ospite al programma Start di Sky Tg24.

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