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I “Liberisti italiani" in campo

Sabato il Primo Congresso Nazionale a Roma

Liberisti italiani

Andrea Bernaudo

ROMA. I “Liberisti Italiani” sono una realtà effervescente e caleidoscopica. Lontani anni  luce dal pantano moderato di certe formazioni sedicenti liberaldemocratiche e pseudo tali che continuamente, da anni, affollano e sprofondano in terzi, quarti, quinti e millesimi poli, i “Liberisti Italiani” sono radicali e pragmatici. “Liberisti Italiani” si dà appuntamento per il Primo Congresso Nazionale il 17 maggio a Roma, in Via Alibardi dalle 9,30 (Piazza di Spagna). Con il Presidente Andrea Bernaudo gli interventi di studiosi come Roberta Adelaide Modugno e Marco Bassani e altre numerose personalità del giornalismo e del mondo imprenditoriale (Giorgio Spaziani Testa, Presidente di Confedilizia).

Il movimento, nato intorno alla figura del Presidente Nazionale Andrea Bernaudo, già consigliere regionale e candidato sindaco a Roma, differisce e si distingue per innovazione dal resto delle altre sigle liberali e non. Si tratta di una organizzazione “orizzontale”, strutturata fortemente attraverso “Comitati” spontanei e tematici tesi a aggregare i cittadini attraverso lo studio e l’approfondimento di figure storiche dell’esperienza liberale e libertaria, soprattutto si stampo americano, che hanno profondamente rinnovato le culture politiche tutte attraverso l’anticonformismo della loro proposta e del loro “agire” libertario. Il programma è estremamente dettagliato e puntuale, e si avvale del contributo di molti studiosi in materia economica finanziaria. Esemplari i dossier prodotti dal Centro Studi diretto da Enrico Marinoni. Particolare attenzione è rivolta al mondo imprenditoriale, delle piccole imprese, dei lavoratori autonomi e delle Partite Iva. Mondo sempre più variegato e maggioritario nel mercato dei lavori ma sempre più vessato da uno Stato sempre più prepotente ma incapace di risolvere i problemi dei più deboli. Uno Stato che, sotto tutti i governi, ha letteralmente spolpato la vitalità e la creatività dei cittadini più operosi e attivi sottraendo risorse che certo non sono andate a migliorare i “servizi”. Anzì, si parla sempre più spesso di un aumento delle “entrate” (spesso forzate e sottratte a una “presunta” evasione) ma non si fa mai riferimento alle più numerose “uscite” che non si sa dove vanno a finire. Sfondato il tetto psicologico di oltre tremila miliardi di euro di debito pubblico, la spesa statale non accenna a diminuire. Si ingrossa fino a ingoiare ogni risorsa residua. Fino a negare il futuro alle nuove generazioni, sottraendo sogni e affogando il perseguimento della felicità in un incubo grigio fatto di conformismo, indifferenza, ignoranza e avvilimento. Sì, è questo che sta accadendo. E contro tutto ciò “Liberisti Italiani” si propongono di essere il soggetto del cambiamento, dell’inversione urgente di marcia, di svolta a “U” della politica italiana e della percezione del futuro. Reagan, Tatcher ma anche Rothbard, Block e, soprattutto Javier Milei. Proprio a Milei si guarda in questo momento. Proprio a Milei si fa riferimento, e alla sua rivoluzione possibile. Proprio a Milei è intitolato il seguitissimo Comitato studentesco (guidato da Lorenzo Cianti) del movimento. E in più occasioni lo stesso Presidente argentino  ha mostrato interesse per il movimento di Andrea Bernaudo e per le personalità che vi collaborano (un nome su tutti merita la Prof.sa Roberta Adelaide Modugno).  Si tratta di una straordinaria operazione politico-culturale assolutamente inedita nel nostro Paese. Dinamica, brillante, attraente e puntata al futuro. Sicuramente anticonformista e trasversale. P

reoccupata dai “monstre” legislativi che si stagliano all’orizzonte e che annebbiano lo sguardo, la nuova realtà dei “Liberisti Italiani” promette di dare battaglia, di rendere dura la vita a progetti “usurai” e ai soprusi di governi che vengano da sinistra o da destra e che pretendano di alienare diritti naturali. Bernaudo parla esplicitamente di “Partito della Motosega”, contro ogni spreco e contro il gigantismo della Pubblica Amministrazione e le sue “Partecipate” da un milione di dipendenti. Occorre liberare i lavori, rendere snella la P.A, ridare speranza ai singoli e alla creatività dei nostri cittadini e di chiunque voglia fare intrapresa. Accanto ai comitati Reagan, Tatcher e Milei, accanto a quello milanese e a quello romano, a Napoli e nel mezzogiorno si è da poco istituito il comitato “Barry Goldwater”. Il comitato prende il nome dal candidato presidente che sfidò Lyndon Johnson reintroducendo nelle istituzioni i principi libertari dei “Padri Fondatori” e di una cultura che avrebbe ispirato successivamente Ronald Reagan. E “proprio dal Mezzogiorno arriva una fortissima spinta a rompere con ogni tipo di assistenzialismo e contro una radicata cultura familista e clientelare” afferma Massimo Ricciuti, Presidente del Comitato Goldwater, “a Napoli-continua Ricciuti-abbiamo avuto le più autorevoli personalità di matrice liberale, un nome su tutti Guido Cortese. Altro che statalismo! Viva la concorrenza e la meritocrazia, basta con i privilegi e l’ elemosina!”.

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