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lettera dal palazzo
20 Giugno 2025 - 09:59
Giorgia Meloni
Ci si chiede spesso se l’Italia debba essere considerata una Nazione di destra o di sinistra anche se, con buona pace di Norberto Bobbio e del suo splendido saggio sulla materia, ci sembra di poter dire che queste categorie, in un mondo completamente dominato dalla pragmaticità, non esistano più. Tuttavia, le due coalizioni che si contendono la supremazia nel nostro Paese, amano richiamarsi proprio ai concetti di destra e di sinistra. In realtà quel che per loro conta è unicamente vincere relegando gli avversari all’opposizione. In questo contesto non si può negare che la coalizione che si richiama alla destra è nettamente in vantaggio rispetto alla sua concorrente. Perché ciò accade? Per rispondere a questo interrogativo c’è una parola magica che è: “compattezza”. Intendiamoci.
È pur vero che la cosiddetta destra è tutt’altro che compatta. C’è al proprio interno una profonda divisione che però nei momenti nei quali si tratta di decidere su questioni importanti dalle quali dipende la sopravvivenza della maggioranza, i partiti della coalizione riescono a superare o, quantomeno a occultare. È accaduto in più di una occasione, come si è avuto modo di constatare. Per contro l’opposizione non riesce in alcun nodo a comporre le proprie divisioni. E non ci riferiamo soltanto a quelle tra il Pd e i cinquestelle che appartengono a due mondi assolutamente incompatibili, ma a quelle esistenti nello stesso Pd. Questo partito aveva risolto i suoi problemi – almeno così sembrava – quando aveva avuto alla guida Matteo Renzi che lo aveva portato ad ottenere un risultato eccezionale quale mai aveva ottenuto nella sua storia.
Ma venne “fatto fuori” e costretto ad andarsene. Si disse all’epoca, e molti lo sostengono tuttora, che l’artefice della sua caduta fosse stato quell’autentico “re del complottismo” che era Massimo D’Alema il quale volle così vendicarsi del fatto che Renzi, forse un po’ affrettatamente, lo aveva inserito tra i “rottamandi”. Era vero solo in parte. In realtà rientra nella tradizione della sinistra dividersi e vivere all’insegna di divisioni profonde, un costume – questo – che soltanto Palmiro Togliatti era riuscito ad interrompere dando vita a quel monolitismo comunista che è ancora oggi considerato come una sorta di leggenda. Come, ad esempio, dimenticare i contrasti tra comunisti e socialisti che con l’era craxiana toccarono il loro acme. Neppure Enrico Berlinguer riuscì a spezzare questa tendenza a dividersi. Basta rivedere il film che Valter Veltroni ha dedicato all’ex segretario per rendersene conto. Così la sinistra sarà sempre vittima della destra. Non si facciano illusioni coloro che la sostengono.
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