Cerca

l'opinione

L’inverno demografico e la grande paura al Sud

C’è poca consapevolezza della incidenza che hanno le azioni messe in campo oggi rispetto al futuro

L’inverno demografico e la grande paura al Sud

“Il ciclo della vita (come quello della morte!) è cambiato, mentre le dinamiche sociali e le leve economiche rimangono sempre uguali. Il problema è nella disarticolazione delle azioni che, da oltre un ventennio, mette in atto la classe (di volta in volta) dirigente del paese. Più semplicemente basterebbe dire che il governo della cosa pubblica è gestito senza visione perché la politica ha abdicato al suo ruolo principale, che è quello di guidare i processi, anticipando e anche procurando i mutamenti inevitabilmente legati alla “evoluzione” della specie e ai traguardi della conoscenza.

Ma parlare di visione e di politica non “spacca”! Perché il futuro non è interessante per molti e perché la politica ha ancora il retrogusto amaro del veleno inoculato da un giustizialismo non giusto. Il fatto è che, date simili condizioni di contesto, leggere titoloni sulle disastrose previsioni demografiche fino al 2050 fa quasi sorridere. C’è poca consapevolezza della incidenza che hanno le azioni messe in campo oggi rispetto al futuro e soprattutto di quanto i numeri di oggi siano il frutto di politiche adottate nei decenni passati.

Abbonda, infatti, la speculazione, e il dibattito pubblico si riempie di ovvietà. Non è corretto dire che il calo demografico sia frutto del crollo della natalità e dell’invecchiamento della popolazione perché è evidente che i due fenomeni siano l’uno l’effetto dell’altro e che entrambi trovino ragione in scelte di politica economica inadeguate non è un caso che i tassi più alti di spopolamento si registrino al Sud e nelle aree interne del paese, storicamente più fragili perché non in grado di accompagnare i cambiamento sociali e culturali. Sul punto la politica lancia, da un campo e dall’altro, ricette “salvifiche”, che si differenziano solo perché coniugate con modi e tempi verbali che marcano il confine tra maggioranza e opposizione. La prima utilizza il tempo futuro delle promesse.

All’opposizione troviamo il periodo ipotetico del secondo tipo congiuntivo imperfetto e condizionale presente “se governassi io, il mondo sarebbe diverso”. Nessuno, invece, che usi il tempo passato. Quello è il tempo della responsabilità. Formule come “se avessi fatto quello per cui ero stato eletto, avrei risolto qualche problema” periodo ipotetico del terzo tipo sono rare. Invece è proprio da qui che si dovrebbe ripartire per affrontare i grandi problemi, riconoscendo che essi si sono stratificati negli anni e che per essere affrontati e risolti richiedono strategie multifattoriali e di lungo periodo, per le quali è indispensabile condivisione e partecipazione.

Non basta, come sta facendo oggi, pur meritoriamente, il governo in carica, prevedere misure disarticolate di sostegno alla maternità, di incentivo alle giovani coppie, di aiuto per la casa, di investimento su infrastrutture sociali e servizi e poi ancora contributi per le imprese che assumono i giovani o per l’auto imprenditorialità.

È necessario un piano nazionale articolato sui quattro pilastri della strategia UE per combattere l’emergenza demografica: famiglia, giovani, anziani e migranti. Un piano che inneschi una controrivoluzione culturale e che gradualmente aiuti a modificare stili di vita, scelte e prospettive. Bisogna evitare che nel 2050 gli over 85 siano maggioranza nel paese e che il sistema pensionistico collassi per l’azzeramento del tasso di sostituzione tra lavoratori e pensionati.

La visione strategica nella quale inserire le azioni è lo strumento unico per valorizzare le risorse previste per i singoli settori di intervento, altrimenti improduttive. Può apparire fuori contesto, ma invece è proprio questo il tempo per riconoscere prioritarie le scelte di politica demografica. Il presentismo delle reazioni è il nostro tallone di Achille. Non si vincono le guerre con le tattiche.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori