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lettera al direttore
07 Agosto 2025 - 10:21
Quanto accaduto al Teatro San Carlo, a proposito della nomina del Sovrintendente, sa dell’inverosimile, se non fosse un’amara realtà cui ormai siamo abituati da decenni di anarchia assoluta e invasione di campo da parte del più forte del momento, o del più furbo. L’aver proceduto, infatti, o stesso alla nomina in assenza del membro principale del Consiglio di Indirizzo della Fondazione del nostro “Massimo”, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, è uno “schiaffo” al buon senso, all’autorevole persona e all’istituzione che rappresenta. Non voglio inoltrarmi in disquisizioni politiche sottese a questa nomina e al modo di procedere. Sta di fatto, comunque, che si è proceduto nella seduta del Consiglio in assenza di chi la doveva presiedere per Statuto, la cui assenza era stata pure preannunciata e notificata.
L’indicazione di tre membri su cinque (mancava anche il rappresentante della Città Metropolitana) in una seduta ritenuta valida dal “consigliere anziano” del Comitato di Indirizzo, sostituitosi temporaneamente al titolare della Presidenza, mi suona come un “golpe politico”, più che come una necessità cogente. Non v’è dubbio che la prolungata assenza del Sovrintendente del San Carlo da nominare dopo Lissner sia un dato evidente del mancato accordo “ufficioso” all’interno dei componenti del Consiglio di Indirizzo, ognuno dei quali ha una connotazione pseudo-politica, vista la nomina fiduciaria accordata: due nomi proposti dal Ministero della Cultura, uno dal Presidente della Regione, uno dalla Città Metropolitana di Napoli, uno, di diritto statutario, il sindaco di Napoli.
E proprio quest’ultima figura “doverosa e necessaria”, e non “indicata” da altri, era “assente annunciato”. Sono d’accordo con un grande giurista, il prof. Mario Rusciano, quando, su un quotidiano, martedì ha scritto della sua perplessità in merito alla validità della seduta e alla conseguente proposta di nomina. Premetto che la persona indicata è di assoluto valore, come lo sono, d’altronde, i sette candidati che si sono proposti. Ritengo, però, che la scelta stessa sia stata più dettata da motivi di contingenza politica che da un “atto fiduciario”.
Non si capirebbe altrimenti l’urgenza di procedere alla nomina, dopo che per mesi la sede è rimasta vacante e il San Carlo è andato egregiamente avanti con i Direttori degli Affari Generali, la dott.ssa Emmanuela Spedaliere, e il Direttore Artistico Ilias Tzempetonidis. Gli “addetti ai lavori”, poi, sanno bene che la programmazione degli spettacoli nei teatri, soprattutto quelli lirici e sinfonici, inizia almeno tre anni prima, per “cristallizzare” le date di partecipazione degli artisti più famosi e bravi. Quale fretta, allora? Ricordo che proprio al San Carlo, con la defenestrazione “ex lege” di Lissner perché aveva raggiunto i 70 anni di età; la sua sostituzione con l’ex Direttore della Rai; il suo ritorno al “Massimo” per aver vinto un legittimo ricorso, di fatto ha tenuto “acefalo” il Teatro per mesi, esponendo anche ad una figuraccia mondiale, essendo il nostro lirico il teatro più famoso e bello al mondo, oltre a uno dei più antichi.
Ho l’impressione che anche stavolta le vicende del San Carlo si intrecceranno con quelle giudiziarie, posto che il sindaco Manfredi non possa e non voglia “digerire” un boccone tanto amaro. Certo, la vicenda del Teatro ha allargato a dismisura i campi politici. Pensavamo che ci fosse un solo “campo largo”: quello della Sinistra di Schlein e i “tutori della legge” dei 5 Stelle di Conte. A leggere alcuni comunicati dei politici nostrani sul San Carlo, mi sembra si sia creato un altro “campo largo”, tra esponenti del Centrodestra e l’onnipresente De Luca, il quale non ha fatto mai mistero di volere defenestrazioni all’interno del Teatro stesso, forse anche per il mai “accettato” legame istituzionale che inevitabilmente si viene a creare tra il sindaco di Napoli, che è Presidente della Fondazione, e il personale che lavora all’interno del Teatro. Tra i sette candidati alla carica di Sovrintendente ci sono tutte figure di alta professionalità, come ho già scritto.
Ma noi napoletani “amiamo” l’esterno, chi viene da fuori, perché alla fine, pur pregiandoci di essere un “popolo intelligente”, siamo sempre propensi ad accettare il “forestiero” o chi se ne è fuggito da Napoli. Capita così che abbiamo reso omaggio con tante manifestazioni ad artisti, scrittori, poeti, drammaturghi, cantanti “fuggiti” da Napoli, e abbiamo dedicato un “necrologio” al grande artista Roberto De Simone, vissuto in povertà negli ultimi anni e del quale tra poco si perderà anche la memoria. Domando, allora: ma Emmanuela Spedaliere, attuale Direttore Generale del Massimo, figura “storica” dello stesso, già Direttrice Marketing, o Maurizio Pietrantonio, attuale Direttore Artistico del “Ravello Festival”, sono anche loro bravi? A me pare di sì, visto che l’uno è stato anche membro del C.d.A. del San Carlo ed è attuale Direttore del Ravello Festival, e l’altra è un punto di riferimento costante del Teatro.
A lei, infatti, si devono iniziative di grande rilevanza: Direttore della Produzione del Teatro; Responsabile Eventi Culturali; promotrice di campagne di raccolta fondi per il Teatro, con la formula dell’“Art-bonus”, che permette ai privati di contribuire al restauro di beni pubblici, detraendo il 65% delle imposte dovute, dopo che la Regione e la Camera di Commercio avevano tagliato i fondi per il Teatro stesso; promotrice del riconoscimento della Fondazione del Teatro San Carlo quale bene dell’Unesco e quale Teatro più antico d’Europa, e tanto altro ancora. Rilevante, infine, sarebbe stata anche la considerazione che scegliere una figura di rilievo all’interno della struttura stessa è un chiaro segno di saggezza e lungimiranza. Per essere Sovrintendente di una complessa struttura culturale non basta essere un ottimo violinista; al responsabile unico del Teatro vengono richieste doti manageriali, culturali e di grande conoscenza del personale. L’avevamo a portata di mano, ma oggi in Italia essere bravi è più un “fardello” che una conquista di vita!
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