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La riflessione

Lo “sceriffo” De Luca, il “serafico” Conte e il povero “pappafico”

Cosa c’è da attendere o da definire in quel Camposanto così largo e inquieto della sinistra campana per “benedire” la candidatura di Fico?

Lo “sceriffo” De Luca, il “serafico” Conte e il povero “pappafico”

Secondo i vocabolari della lingua italiana più autorevoli, il “pappafico” è un panno di stoffa che si usava già dal Medio Evo quando si andava a cavallo. In tal modo si proteggeva il volto dal vento e dalle intemperie, lasciando visibili i soli due occhi nel bel mezzo della testa del Cavaliere Un altro significato, forse più aderente e diremmo contemporaneo, attribuito dai vocabolari alla parola pappafico, rientra nel linguaggio nautico, ed è una piccolavela delle imbarcazioni, situata al centro tra la vela quadra e l’albero di trinchetto. Insomma, in tutti e due i significati attribuiti dalla lingua italiana a questo termine, quel che associa le due opzioni è dato dal fatto che il pappafico si trova in mezzo.

Al centro della testa (il panno coprente per il freddo) o al centro di altre vele a bordo di una imbarcazione. Ed è proprio quel che accade al povero Fico, quello dei 5 Stelle, designato ma forse no, ad assumere l’incarico di candidato Presidente della Giunta Regionale della Campania per l’ampia coalizione della Sinistra italiana (il campo larghissimo) che dovrebbe ricomprendere anche il buon ex Presidente sceriffo De Luca con i suoi numerosi peones. Ma non è detto! E perché c’è ancora qualche difficoltà o qualche distinguo su questa candidatura? Non era stato già raggiunto un accordo, recentemente, tra l’ex Presidente ancora recalcitrante, il serafico Conte, quello delle sedie a rotelle nelle scuole e del superbonus edilizio 110% e l’intraducibile leader del Pd, Elly Schlein? Cosa c’è ancora da attendere o da definire in quel Camposanto così largo e inquieto della sinistra campana per “benedire” la candidatura di Fico o di quel pappafico stretto nella morsa mortale dei suoi supporters nazionali?

Ma è l’ultima parola dello sceriffo De Luca, ancora non ben soddisfatto (o convinto) delle assicurazioni e dei “sostanziosi tornaconti” messi sul tavolo delle trattative dai due più autorevoli interpreti della “singolar tenzone”sulla pelle dei cittadini campani. Tanti potranno dire: bravo De Luca, non mollare. Acquisisci tutte le garanzie possibili per consentire alla nostra regione di continuare il suo percorso di “crescita”, anche con Fico. Ci verrebbe da rispondere con la locuzione latina “beati monoculi in terra cecorum” che tradotto in italiano vuol dire che nella terra dei ciechi chi ha un occhio solo può considerarsi fortunato o avvantaggiato. O più precisamente e in maniera pertinente potremmo tradurre: dove le condizioni generali sono disastrose, anche la mediocrità può ritenersi soddisfacente!

Ed è proprio questo lo stato dell’arte in Campania. Una regione paurosamente arretrata nelle condizioni di vivibilità complessiva. Vedi le zone interne completamente abbandonate a se stesse. Anche nel salernitano che costituisce lo zoccolo duro dello sceriffo. Andate a vedere in che condizioni di arretramento sociale, strutturale, ambientale sono ridotte cittadine balneari e turistiche come Pisciotta, Palinuro, Ascea, Marina di Camerota e tante altre autentiche perle del Cilento divenute irriconoscibili. Strade di accesso abbandonate, pericolose, inaccessibili. Lavori stradali mai eseguiti con pericoli sempre più evidenti per la circolazione. Negozi sempre meno numerosi. Un deserto irriconoscibile ove solo 5 anni or sono non si contavano le iniziative turistico culturali a favore dei villeggianti. Lavori pubblici oltremodo necessari in ogni realtà urbana di cui nessuno più ricorda i motivi reali dell’abbandono. Riduzione progressiva dei turisti (ormai azzerati) e dei villeggianti, per i quali, evidentemente, non è più sufficiente trovare soltanto il mare pulito quale condizione necessaria per una vacanza di buon livello. Assenza di presidi ospedalieri nei comuni costieri (gli unici ospedali in funzione sono quello di Vallo della Lucania, per altro situato in collina, e Sapri. Distanti tra loro circa 40 km in linea d’aria! E che dire dei trasporti? Meglio soprassedere.

Consapevoli come siamo che se non ci fosse la linea ferroviaria realizzata negli anni 30 e gestita dalle Ferrovie dello Stato, in queste splendide località del Cilento bisognerebbe arrivarci a nuoto! Quali i progetti per le aree costiere e le aree interne del Cilento predisposti in questi 10 anni di governo del Centrosinistra? Se uno straccio di progettualità fosse stato predisposto in questi anni, forse qualcuna di queste opere poteva essere finanziata con il Pnrr. E invece, a parte l’adeguamento della linea ferroviaria Napoli-Reggio Calabria con estensione della linea dell’ Alta velocità, nulla di sostanziale sembra essere stato preso in considerazione e finanziato per questo territorio meraviglioso del Cilento e Vallo di Diano. Ma torniamo al nostro probabile candidato Presidente, quel Fico che noi, amabilmente, chiamiamo “pappafico”.

Una proposta in vero l’ha lanciata nei giorni scorsi. In qualche modo anche scontata o fin troppo facile da immaginare. La proposta di Fico è l’introduzione di una sorta di Reddito Regionale di Cittadinanza in Campania. Una rivisitazione del provvedimento dei 5 Stelle su scala nazionale che tanto danno ha prodotto all’occupazione in tutto il Paese con la sostanziale disaffezione alle attività lavorative che il Reddito aveva inconsciamente inculcato nei disoccupati italiani. Ricorderete le difficoltà, negli anni di elargizione di questa misura, di tutti gli operatori economici di trovare persone che potessero essere assunti nelle loro aziende, con grave crisi di interi settori produttivi.

Dal turismo e la ristorazione, alla industria al commercio e ai servizi. Fase storica per fortuna ormai alle nostre spalle, grazie all’abolizione del Reddito di Cittadinanza da parte del Governo Meloni che assunse questo provvedimento tra le primissime iniziative del suo impegno di Governo. E che poi ha dato la stura al risultato del raggiungimento di dati storici nell’occupazione nazionale da fare invidia a tutti i Paesi del G7 e non soltanto. Ebbene, una proposta simile, scaturita dalla necessità di fare “cassetta elettorale” in occasione delle prossime elezioni regionali, è stata prontamente bocciata anche dall’ex Presidente sceriffo che ricorda perfettamente la sua contrarietà assoluta al Reddito marcato 5 Stelle e alle battaglie contro i Consiglieri Regionali dei pentastellati campani che proponevano una misura analoga da riproporre e approvare per il nostro territorio. Come possa De Luca accettare e vieppiù condividere una simile candidatura, noi proprio non riusciamo ad immaginarlo.

Come si possa a cuor leggero superare oltre 10 anni di politica regionale con i 5 Stelle fermamente all’opposizione di De Luca e le posizioni così diverse e antitetiche tra i due partiti (Pd e 5 Stelle) rimane un vero e autentico enigma. Così come un enigma intraducibile appare ancor oggi la decisione (o la non decisione) dell’altro schieramento in campo, quello del Centrodestra, che brancola nel buio dei nomi e delle scelte tra diverse opzioni in campo. Tutto questo a soli 3 mesi dalle elezioni che sicuramente risultano essere un tempo molto breve per una campagna elettorale adeguata e soddisfacente per qualsiasi candidato alla Presidenza della Regione Campania. In tal modo vanificando ogni possibilità di una eventuale riuscita della disputa elettorale a favore dello schieramento del Centrodestra. Noi da campani autoctoni e speranzosi non possiamo che affidarcialla “Illuminazione Celeste” degli attuali addetti ai lavori e speriamo di cavarcela (come recitava un buon libro e un film per ragazzi di qualche decennio or sono).

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