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La riflessione
10 Agosto 2025 - 10:44
Vincenzo De Luca e Roberto Fico
Dal varo della Regione Campania, nel 1970, ad oggi abbiamo assistito alle più varie e singolari vicende politiche. Ricorderemo, tra le tante, le iniziali disfide tra De Mita e Gava per garantirsi il controllo capillare dell’incipiente decentramento regionale. E ancora i successivi duelli tra De Mita e Bassolino, che si dimise da sindaco di Napoli per puntare alla Regione. Memorabile il modo con cui si raggiunge un’intesa tra i due, che a suo tempo descrisse con equilibrata ironia Franco Genzale su “Il Mattino”. Grazie a una mediazione originale e sorprendente dell’allora vescovo di Nusco Nunnari che li invitò in curia a prendere un aperitivo, dove però li accolse con un barbecue e un capretto arrosto che sciolse malintesi e incomprensioni.
Bassolino sdoganò De Mita, l’ex leader Dc, non coinvolto ma appannato da Tangentopoli, che così tornò di nuovo in campo e si sdebitò, dandogli una valanga di consensi nelle aree interne. Per meglio presentare l’intesa, qualcuno disse che “Gesù fece le cose migliori a tavola”. Di certo oggi si può dire che c’è un abisso tra quei personaggi discussi, discutibili, ma fuoriclasse, rispetto alle mediocrità odierne del Pd locale e nazionale. Per mesi non hanno parlato altro del siluramento di De Luca, di un rinnovamento totale con la candidatura “sponsorizzata” del pentastellato Roberto Fico, per poi verificare, da quanto sta accadendo in queste ore, che il “Dopo De Luca” finisce a “Tarallucci e Fico”.
Una storia da raccontare tra varietà e teatro dell’assurdo. Tutto ha inizio nel marzo del 2023 con l’insediamento della nuova segretaria del Pd Schlein, quando dal palco del centro congressi “La nuvola” dell’Eur, annunciò una bufera. “Basta – tuonò – con i cacicchi, patroni, padrini, capobastone! Non voglio più vederli”. Si riferiva ai numerosi esemplari di un passato da archiviare. Tra questi, il più stagionato e inviso, naturalmente vi era De Luca per le sue picconate, cui in seguito indirizzò un messaggio esplicito: “Tutti sono utili e nessuno è eterno”.
Era un invito a scomparire. Il Pd partenopeo non aspettava altro che la sua rottamazione. A farsene araldo addirittura Marco Sarracino, responsabile nel Sud del Pd che allestì ad horas una due giorni di giubilo per questo preannuncio di sfratto nel corso della quale spiegò, con elevati concetti, le ragioni sue e del suo gruppo: “La nostra battaglia si farà con coraggio, libertà e rinnovamento. Noi non delegittimeremo nessuno. Faremo un’opera di verità perché la verità è rivoluzionaria. Vogliamo vincere e scrivere una nuova storia per la Campania e l’Italia”. Un proclama che annullava l’era deluchiana.
Ma il governatore respinse ogni attacco, triplicando la carica polemica: alla Schlein rinfacciò che non era una neofita della politica, in Parlamento dal 2014 grazie a Renzi, e al resto assestò il sigillo di “nullità”, ricordando che “nel Pd solo gli imbecilli fanno carriera”, dopo aver bollato lo staff della Schlein tra Lotta Continua e lo Zecchino d’Oro. Nei giorni scorsi, stufo ormai di un lungo tira e molla, il governatore ha tagliato corto con un aut autal Pd: “Io dovevo mettermi di traverso a Fico? No, vi prego, fatemi capire: voi, questa Regione, la volete perdere o vincere? Se volete vincere e volete che io dia il mio via libera a quel grillino, ecco le mie condizioni”.
Che noi su queste colonne anticipammo giorni fa con un articolo dal titolo: “De Luca lascia ma punta a fare il governatore ombra”. Un ultimatum che ha fatto sobbalzare i cervelli e le teste d’uovo del Pd napoletano, gli animatori della rivoluzione fallita, in cima a tutti Marco Sarracino, che come i gamberi ha fatto marcia indietro, senza pudore, dicendo: “A De Luca o lo facciamo contento o quello è capace di farci perdere la Regione dopo dieci anni”. Domanda: ma non era già perduta sotto il governo De Luca? Un epilogo che richiama gli avvertimenti che Ferdinando II dava al figlio Francesco II, mentre questi gli presentava con entusiasmo le nuove divise dell’esercito borbonico, dicendogli: “Caro figlio, puoi fare le divise di tutti i colori, ma questi scapperanno sempre davanti al nemico”.
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