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Il Ponte sullo Stretto
e la politica del fare

Il ponte più lungo al mondo 3.300 metri di campata unica sorretta da due torri di 399 metri di altezza

Ci siamo. Finalmente il Ponte sullo Stretto diventa realtà. Ci sono voluti 24 secoli. La storia ci dice che il primo ad aver avuto l’idea fu un generale romano che, durante la Prima Guerra Punica, realizzò una passerella galleggiante con delle botti. Peccato che una mareggiata la distrusse prima che si potesse utilizzare. Da allora per quel braccio di mare ne è passata di acqua scusate il gioco di parole senza che si sia fatto nulla, solo un gran parlare. Fino ad oggi, quando il Cipess ha dato il via libera al progetto definitivo di un’opera che parliamo di tempi moderni si attende da oltre mezzo secolo. Risale, infatti, al 1971 la norma che prevedeva la sua realizzazione, ma è solo nel 2022, grazie al Governo di centrodestra e alla spinta fondamentale e alla volontà del titolare del Mit e vicepremier Matteo Salvini, che si è riusciti a riattivare le leve, in maniera seria, reale ed efficace, per dotare la nostra Nazione di una infrastruttura dall’importanza strategica con pochi precedenti in Italia.

Il ponte più lungo al mondo 3.300 metri di campata unica sorretta da due torri di 399 metri di altezza collegherà non solo la Sicilia alla Calabria, ma prima di tutto l’intero Mezzogiorno al resto della Penisola e ai corridoi europei, unendo e rafforzando ulteriormente il Paese tutto, proiettandolo verso il futuro. È un’opera che da un lato rivoluzionerà i collegamenti e i trasporti, dall’altro avrà un fortissimo impatto positivo sull’economia, l’occupazione e, in generale, sulla vita di tantissimi italiani, a partire dal risparmio di tempo. Oggi per coprire la distanza tra Villa San Giovanni e Messina, i treni impiegano fra i 120 e i 180 minuti, grazie al ponte si scenderà a 15 minuti.

Dieci minuti il tempo previsto per la percorrenza delle auto mentre, per compiere la stessa “traversata”, a bordo di un traghetto, si impiegano in media tra i 70 e i 100 minuti. L’infrastruttura ospiterà 3 corsie stradali per senso di marcia di cui una di emergenza due corsie di servizio e due binari ferroviari e sarà provvista anche di marciapiedi laterali pedonabili. I benefici per l’economia e l’occupazione? A fronte dei 13,532 miliardi di euro che occorreranno per la sua realizzazione investimento interamente coperto con finanziamenti pubblici già disponibili a seguito delle leggi di bilancio 2024 e 2025 gli studi dimostrano che, durante la sola fase cantieristica, l’opera farà già realizzare 23 miliardi di euro di Pil, creando al contempo 120mila nuovi posti di lavoro.

Bastano queste cifre a smontare la squallida narrazione diffusa da quasi tutti gli esponenti della sinistra che arrivano a negare l’evidenza e combattono, a prescindere, una battaglia non soltanto contro l’opera in sé, ma sostanzialmente contro il Mezzogiorno d’Italia. Questi signori si distinguono per ipocrisia, cambio repentino di parere, diffusione di fake news con “gufate” annesse e, in fondo, anche per invidia, quella che si scatena contro chi riesce a realizzare un’impresa. Voglio ricordare che i ‘sinistri’ che ora avversano il progetto, da Fassino a D’Alema, passando per Renzi, fino ad arrivare ad Emiliano e a De Luca, fino a qualche anno fa erano tutti favorevoli alla realizzazione del Ponte.

Renzi, da presidente del Consiglio dei ministri, nel 2016 affermò: “Faremo il Ponte sullo Stretto”. Alla fiera dell’incoerenza, come sempre, non poteva mancare Conte che, a luglio del 2020, da premier, si dichiarò favorevole alla realizzazione dell’opera. Queste dichiarazioni rendono ancora più difficile il lavoro di chi, a sinistra, come Elly Schlein, non solo sta facendo di tutto per nasconderle, ma continua a diffondere notizie completamente false. Ad esempio, in piena campagna per le scorse elezioni europee, il segretario del Pd arrivò a sostenere di aver impiegato 20 minuti per attraversare in traghetto lo Stretto! Ai compagni, specie a quelli campani e, in generale, del Sud, diamo poi un’altra notizia: nessuno mai come la Lega e Matteo Salvini prima d’ora avevano investito per il Meridione, e in particolare per la Campania, sul versante delle infrastrutture.

Qualche esempio? La nuova linea AV/AC Napoli-Bari avrà un valore aggiunto di 4,4 miliardi di euro e un impatto occupazionale di ben 62mila addetti. Per non parlare dei lavori in corso per la nuova linea ferroviaria ad Alta velocità sulla tratta Salerno-Reggio Calabria, che potenzierà la viabilità di merci e passeggeri sull’intero percorso e verso il Sud. O, ancora, l’intervento che unirà il porto di Napoli alla rete ferroviaria nazionale. Tutti risultati concreti della politica del fare, di una politica che ha davvero a cuore gli interessi del Paese, delle sue imprese, il benessere della collettività e che oggi viene ulteriormente ribadita dal Ponte, un’opera al servizio di tutti gli italiani che porterà nuove grandi opportunità anche per la Campania. Tutto questo avviene perché, con l’Esecutivo di centrodestra, è stata invertita la rotta di governo della sinistra, fatta di decenni di immobilismo, di cantieri bloccati, di opere incompiute, di indecisionismo cronico. E se oggi, su questo versante, le cose sono cambiate e le sfide si affrontano con la forza del coraggio, mettendoci la faccia, non tirandosi mai indietro, va dato merito al lavoro instancabile di Matteo Salvini, leader di un partito che ha nel suo dna l’azione, il fare, il buonsenso, la responsabilità e la lotta contro la burocrazia cieca e asfissiante.

È questa la differenza tra chi lavora in silenzio, giorno per giorno, per il futuro dei territori e dei suoi abitanti e chi, come Pd, M5S e sinistre varie, compresa quella degli ambientalisti della domenica, non fa altro che parlare, criticare, fuggire davanti alle richieste della comunità. I loro “no” a prescindere non hanno fatto altro che frenare il progresso nel nostro Paese: nel frattempo, però, hanno messo sempre davanti alle esigenze degli italiani, interessi particolari, logiche di partito e soprattutto le loro poltrone. Ne sappiamo qualcosa qui in Campania dove 10 anni di Amministrazione De Luca e del suo sistema di potere hanno portato al collasso la nostra regione, in tutti i settori, riducendo i servizi ai cittadini ad elemosina. Non permetteremo che la storia si ripeta: abbiamo il dovere di spezzare definitivamente il “cerchio magico” che oggi, in vista delle elezioni regionali, la sinistra nascondendolo dietro compromessi e “foglie di Fico” prova a riproporre senza alcuna vergogna e rispetto per i campani.

Noi vogliamo altro per il Nostro Posto e dimostreremo con i fatti che il rilancio e la crescita reale della Campania sono possibili. Lo faremo questo autunno, quando il centrodestra tornerà a guidare Palazzo Santa Lucia attuando anche un grande Piano regionale per i trasporti, un settore totalmente allo sfascio. Una nuova stagione che si ispira ai principi della Lega e ai valori condivisi da grandi italiani come l’indimenticato Silvio Berlusconi che, a proposito del Ponte sullo Stretto, fu il primo a credere nella possibilità di realizzare un’opera indispensabile per rendere più unito e moderno il Paese. Noi, a differenza della sinistra, portiamo avanti la politica del “sì”, abbiamo le competenze, le professionalità e la volontà per cambiare le cose in meglio. E non abbiamo paura di trasformare le aspirazioni e i sogni dei cittadini in realtà. In una parola, noi guardiamo al futuro.

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