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18 Agosto 2025 - 09:57
Michela Brambilla
Ogni estate migliaia di cani e gatti vengono lasciati soli lungo le strade, vittime di una crudeltà che non conosce tregua. È l’altra faccia delle vacanze, quella che trasforma un compagno di vita in un ingombro stagionale. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, da anni combatte questa battaglia: oggi, con la nuova legge che riconosce agli animali lo status di esseri senzienti, parla di una «svolta epocale» ma avverte che il lavoro non è finito. «Abbandonare deve diventare impensabile - dice - e la cultura del possesso responsabile deve entrare in profondità nella società, a partire dalle scuole e dalle famiglie».
Presidente Brambilla, ogni estate si ripresenta puntuale il dramma dell’abbandono degli animali domestici. Nonostante anni di campagne, leggi e sensibilizzazione, il fenomeno resiste. Dove stiamo ancora sbagliando?
«Sicuramente dobbiamo lavorare ancora sul possesso responsabile, quindi sulla formazione dei proprietari, che è decisiva per il benessere degli animali e la sicurezza delle persone. Le sanzioni sono essenziali, è essenziale che siano severe e severi i controlli. Ma sul piano sociale bisogna diffondere e radicare la cultura del possesso responsabile. Abbandonare un animale deve diventare impensabile».
Il Parlamento ha recentemente approvato pene più dure per chi maltratta o abbandona animali. Lei che da anni combatte questa battaglia, ritiene che questa legge segni una vera svolta o sia solo il primo passo?
«La legge Brambilla è una riforma epocale che l’Italia attendeva da più di vent’anni, una grande vittoria per il Paese che pone l’Italia all’avanguardia in Europa e rovescia completamente la prospettiva di tutela degli animali: oggi esseri senzienti, portatori di diritti, tutelati in via diretta dalla legge. Una legge che finalmente rende loro giustizia. Nel campo penale rappresenta una vera svolta, di cui vediamo già i primi effetti, ma naturalmente non mi fermerò qui. Occorre ora adeguare tutte le norme e i regolamenti al nuovo principio che inquadra gli animali, esseri senzienti, come soggetti giuridici portatori di diritti. Quindi proseguirò anche la mia battaglia per un sistema sanitario nazionale anche per gli animali».
C’è ancora una parte del Paese che considera il cane o il gatto un “ingombro stagionale”. Come si scardina questa mentalità? Le scuole dovrebbero insegnare il rispetto per gli animali fin dall’infanzia?
«Vi sono già leggi che promuovono prevenzione e educazione e riguardano ambiti specifici come la famiglia e la scuola. Molto si può e si deve fare anche attraverso i media per diffondere, come dicevo prima, il principio del possesso responsabile. Sui diritti degli animali la società di oggi è molto più sensibile di quelle del passato e soprattutto lo sono i più giovani, ai quali dobbiamo rivolgerci in ogni occasione e con ogni mezzo. Ho il privilegio di condurre un programma televisivo di successo, Dalla parte degli Animali la domenica mattina su Rete4, e non perdo occasione per diffondere un messaggio di amore e di rispetto per gli animali».
Da tempo lei promuove il turismo pet friendly come risposta concreta all’abbandono. Oggi esiste davvero in Italia una rete ricettiva capace di accogliere le famiglie con animali o siamo ancora troppo indietro rispetto al resto d’Europa?
«A mio avviso abbiamo fatto grandi progressi. Si stima che circa il 50 per cento delle strutture ricettive italiane (compreso l’extralberghiero) accolga animali. Nei B&B (tendenze 2025) quasi il 40% delle strutture accetta animali domestici senza restrizioni, mentre una quota simile li esclude. Il 17,6% valuta l’accoglienza in base alla taglia dell’animale. I gestori che convivono con animali tendono ad essere più aperti all’accoglienza pet friendly, e il 92,3% di essi non ha mai ricevuto lamentele, a dimostrazione che la presenza di animali ben gestiti non crea disagi agli ospiti. Secondo il dato fornito nel maggio scorso dal ministero del Turismo, l’ospitalità pet friendly in Italia genera un giro d’affari superiore ai 2 miliardi di euro annui. Una cifra che ne attesta l’importanza per tutto il comparto turistico nazionale».
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