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verso le regionali
04 Settembre 2025 - 08:49
Mentre il figlio Piero deposita le firme per la candidatura unica alla segreteria del Pd in Campana definendola «un atto di responsabilità e maturità politica della nostra comunità democratica, che ha scelto di evitare divisioni», Vincenzo De Luca, ospite di “In Onda” su La7, si scatena. E alza la voce proprio quado si parla della questione della segreteria regionale: «Piero sta facendo un piacere al Pd con la candidatura al congresso regionale del Pd campano dopo che il partito è stato sequestrato con il commissariamento perché in Campania aveva vinto la candidatura riformista di Stefano Bonaccini. Quella di Piero è una scelta che ha fatto la segreteria del partito, a me non interessa nulla. È intollerabile che in questo maledetto Paese non si possa valutare una persona per ciò che è a prescindere dal cognome».
Poi tira il freno sulla candidatura di Roberto Fico data per sicura da Elly Schlein, che a “Terra Comune” conferma che «il più grande segnale di rinnovamento è sostenere la candidatura di Fico, una persona degna e onesta che ha dimostrato da presidente della Camera le sue capacità». «Per me non è stato formalizzato nulla. Io sono fermo alle cose di cui ho discusso e cioè prima il programma e poi il candidato. Se qualcuno dice che vuole chiudere il termovalorizzatore di Acerra, io cosa devo dire? Che va bene come candidato? Per me no. Se definiamo un programma di buonsenso, concretezza e serietà, io non pongo nessun veto personale, altrimenti manderò tutti al diavolo» dice lo “sceriffo”.
E a chi gli ricorda di avere definito qualche anno fa Fico «moscio» replica: «Perché è un gladiatore? Siccome circolano idiozie di accordi e compravendite, tutto quello che ho detto rimane scritto nella pietra. Tutte le cose che ho detto contro il M5S rimangono in piedi ed erano riferito a una stagione politica nella quale facevamo i conti con elementi di demagogia e infantilismo politico». De Luca replica anche a Giuseppe Conte che sempre a “Terra Comune’ ricorda che «ci confrontiamo sul programma, ho incontrato anche De Luca che aveva detto, “Fico non è all’altezza perché non ha amministrato mai nulla”. Se fosse così, Fico ha fatto il presidente della Camera e credo con grande plauso. Se poi fosse che chi non ha esperienza amministrativa non può fare il sindaco, De Luca non avrebbe mai iniziato a fare il sindaco».
«Io venivo da 15 anni da lavoro di partito e lotte sociali e non venivo dal nulla» taglia corto De Luca che, però, rivolge un apprezzamento al leader pentastellato: «Sta facendo un lavoro importante per superare quella fase di demagogia e di infantilismo politico. Dobbiamo guardare al futuro con ottimismo, ma nessuno si illuda che io attenui le mie opinioni. Io non faccio intese con nessuno, dico quello che penso». Il numero uno di Palazzo Santa Lucia dà un giudizio sul Governo: «Ci sono risultati importanti. L’equilibrio finanziario è un dato reale, il dato dello spread è interessante, ci si immaginava sconquassi nella finanza pubblica, invece devo dire invece che c’è un apprezzamento. Quello che manca è il rapporto con la gente in carne ed ossa, gli investimenti industriali, permane una situazione difficile per i salari, un divario Nord-Sud che rischia di penalizzare un terzo del nostro Paese. Giorgia Meloni è un leader politico intelligente. Ha empatia, parla chiaro e si fa capire. Tutto il contrario di quello che avviene con i dirigenti politici della sinistra».
E sul futuro e la possibilità di candidarsi in consiglio regionale: «Dipende dal senso del futuro, alla voglia che avrò. In questo momento mi sto dedicando alla poesia, alla filosofia, all’arte. Sono collocato sulla linea Napolitano-De Mita. Abbiamo un altro quarto di secolo davanti, non vi illudete».
Intanto, Piero De Luca ringrazia la segretaria nazionale Schlein («con determinazione ha lavorato per ricostruire gli organismi dirigenti dopo anni di commissariamento») e il commissario Antonio Misiani che, dice, «ha svolto il proprio compito con equilibrio e serietà» ricevendone in cambio «i migliori auguri di buon lavoro, il congresso sarà un passo importante per il futuro della comunità politica del Pd campano».
De Luca junior fissa i punti principali del suo programma. Oltre a «costruire, sulla base di un programma serio e condiviso, un’alleanza ampia con il Movimento 5 Stelle e le altre forze politiche e civiche del campo progressista, per confermare la guida della Regione ed impedire che la Campania venga consegnata a una destra che ha dimostrato incapacità di governo a livello locale e nazionale» ed «elaborare una piattaforma programmatica ambiziosa per fissare traguardi ancora più avanzati, nell’interesse dei nostri cittadini», soprattutto «difendere e valorizzare i risultati importanti raggiunti in dieci anni di governo regionale».
Per il futuro, nel quale il Pd dovrà essere «baricentro di una coalizione di governo credibile e solida» ci dovranno essere «un grande impegno per un piano di sostegno all’occupazione, soprattutto giovanile e femminile»; «attenzione essenziale alla sanità, a partire dalla fuoriuscita dal piano di rientro; «nel ciclo dei rifiuti occorre completare entro il 20206 il programma di rimozione delle ecoballe».
E «dovrà essere riservata anche un’attenzione nuova all’architettura contemporanea, sul modello del progetto della nuova sede regionale a Napoli Porta Est». Di qui l’invito a impegnarsi «tutti nel Pd con unità e spirito di squadra per opporci alla destra, per confermare il governo della Regione Campania e per farci trovare preparati alle prossime elezioni politiche».
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