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lettera dal palazzo
05 Settembre 2025 - 17:09
Giorgia Meloni
Giorgia Meloni non si accontenta. Non le basta, come probabilmente riuscirà a fare, essere alla guida del governo per l’intera legislatura. Vuole di più: lasciare un’impronta della sua persona nella storia. Così, se da un lato è fortemente impegnata per la riforma del premierato grazie alla quale spera di veder crescere notevolmente i poteri del presidente del Consiglio, dall’altra è pronta a trasformare il suo partito, Fratelli d’Italia, così da renderlo un autentico punto di riferimento: in questa sua opera la Meloni ha un modello che si chiama Democrazia Cristiana. La presenza della Dc nella vita pubblica italiana è stata infatti tutt’altro che occasionale. Per oltre un cinquantennio la Dc ha partecipato a tutte le formule di governo, rivelandosi l’elemento centrale di ogni alleanza: il centrismo, il centrosinistra e in prospettiva il compromesso storico.
Stando ai sondaggi, Fratelli d’Italia, gode come la Dc di un vasto numero di consensi. Ma il problema è di renderli stabili. Per questo Giorgia Meloni, nella consapevolezza che nel nostro Paese è necessario avere l’avallo del Vaticano, è ora impegnata a muoversi in questa direzione. La presidente del Consiglio sa bene che per riuscire nel suo intento dovrà superare molti ostacoli che le si frappongono dall’interno e dall’esterno.
Fratelli d’Italia nasce dal Movimento Sociale Italiano tanto che il suo simbolo porta ancora la fiamma tricolore del Msi e Giorgia Meloni difese con forza questo simbolo affrontando non poche polemiche. Del resto il Msi fece della avversione alla Democrazia Cristiana la sua stessa ragione di vita.
Ora è pur vero che tutto cambia, ma non può non suscitare una certa perplessità il fatto che il partito della Meloni legandosi al Vaticano possa diventare l’erede proprio della Democrazia Cristiana anche non avendo al suo interno personalità dello stesso calibro (come Moro, come De Gasperi, come Fanfani e come De Mita). Certo Fratelli d’Italia ha delle caratteristiche che mal si concilierebbero con quelle che furono le caratteristiche della Democrazia Cristiana. Dovrebbe, ad esempio, rinunciare al sovranismo, a quel sovranismo che proprio per bocca di Giorgia Meloni è stato dichiarato elemento essenziale della sua linea politica. Ma se davvero vuole dar vita ad un così radicale cambiamento legato a così importanti prospettive, Fratelli d’Italia non può fermarsi dinanzi ad un sovranismo non gradito dall’Unione Europea.!
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