Tutte le novità
la mozione
08 Settembre 2025 - 14:07
ROMA. Puntare sulla prevenzione sanitaria come leva strategica della sostenibilità del Servizio sanitario nazionale e strumento tra i più efficaci per la promozione della Salute delle regioni, la riduzione delle disuguaglianze sociali e la sostenibilità finanziaria dei sistemi sanitari, contribuendo in modo determinante a ridurre la domanda futura di cure innovative e a maggior costo. È questa la premessa di una mozione presentata alla Camera da Gian Antonio Girelli deputato Pd e presidente dell'Intergruppo Parlamentare sulla prevenzione e riduzione del rischio: un nuovo spazio di dialogo e di azione per affrontare alcune delle sfide più urgenti della sanità pubblica, dall'obesità, all'alcol e al fumo, che rappresentano oggi minacce globali per la salute e la sostenibilità del sistema sanitario. “Numerosi studi, compresi quelli promossi dalle istituzioni europee e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dimostrano che ogni euro investito in prevenzione genera benefici economici e sociali fino a 14 euro – avverte Girelli - grazie alla riduzione dei costi sanitari diretti, delle ospedalizzazioni e delle perdite di produttività. L’Osservatorio sull’Economia della Salute Pubblica dell’Università Cattolica (ALTEMS) stima inoltre che interventi mirati su fumo, alcol, sedentarietà e cattiva alimentazione – avverte Girelli nell’atto parlamentare potrebbero generare, per il solo Servizio sanitario nazionale italiano, risparmi superiori a 1 miliardo di euro all’anno. In particolare, la sola riduzione del tabagismo attraverso il passaggio a prodotti alternativi potrebbe determinare risparmi per oltre 700 milioni di euro annui, mentre la promozione dell’attività fisica potrebbe garantire un beneficio economico di circa 223 milioni di euro l’anno”. Nonostante ciò, l’Italia continua a destinare una quota insufficiente della propria spesa sanitaria alla prevenzione, pari al 6,04% nel 2022, contro una media europea del 6,5%, con una spesa pro capite di 180 euro, ben al di sotto di quella di Paesi come la Germania (458 euro) e l’Austria (411 euro). “Il persistente sottofinanziamento delle politiche di prevenzione non solo compromette gli obiettivi di salute pubblica – aggiunge il Deputato - ma rischia di generare nel medio-lungo termine una crescita dei costi sanitari, con effetti negativi anche sulla sostenibilità dei conti pubblici. La spesa per la prevenzione non è un costo ma un investimento ad alto rendimento sociale ed economico in un paese anziano come il nostro, dove un quarto della popolazione ha più di 65 anni e la metà di questi convive con almeno due malattie croniche. L a prevenzione dovrebbe essere una priorità assoluta. Nella realtà, però, le adesioni agli screening oncologici restano basse, le coperture vaccinali sotto la soglia raccomandata”. La proposta, nelle vaccinazioni ma anche nei programmi di screening, è che questi vadano affiancati da vincoli di bilancio in modo da riuscire a ottenere facilmente le risorse necessarie ad implementare i programmi di prevenzione affinché questi diventino veramente globali, universali e raggiungano tutta la popolazione.
Secondo la Federazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi (Foce), solo un over 50 su tre si è sottoposto nel 2023 al test del sangue occulto nelle feci, mentre le coperture per mammografia e Pap test si fermano rispettivamente al 53% e al 46%. E questo nonostante gli screening per il tumore alla mammella, al colon-retto ed alla cervice uterina siano offerti nell’ambito dei Lea. Da soli questi tre tumori lo scorso anno hanno colpito più di 104mila persone: il più diffuso è quello della mammella, quasi 54mila casi, seguito dal colon-retto, con oltre 48mila. E in alcune Regioni del Sud le percentuali di adesione agli screening sono ancora più basse, lontanissime in ogni caso dall’obiettivo del 90% fissato dall’Unione Europea entro il 2025. Non va meglio sul fronte delle vaccinazioni: nel 2022 la copertura dell’esavalente pediatrico si è fermata al 91%, sotto la soglia raccomandata del 95%, mentre il vaccino anti-Hpv resta lontanissimo dagli obiettivi Oms. Per quello contro l’influenza stagionale siamo poco sopra il 50%, mentre meno del 30% degli adulti si immunizza contro lo pneumococco, e circa il 5% contro l’Herpes Zoster. Secondo i dati diffusi dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, solo grazie al raggiungimento delle soglie minime previste per questi tre vaccini si potrebbero evitare costi fino a 10 miliardi di euro.
“Per migliorare le performance della prevenzione in Italia – aggiunge Girelli - non basta aumentare gli investimenti nel settore ma occorre anche un impegno sul piano culturale, attraverso campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte alla popolazione.
Girelli pertanto chiede un ripensamento dei criteri della nuova governance economica in ambito Ue, in modo da raggiungere gradualmente l’obiettivo di escludere, ai fini del rispetto del riformato Patto di stabilità e crescita, la spesa pubblica destinata alla prevenzione sanitaria, riconoscendone il carattere di investimento strategico per la sostenibilità sociale, sanitaria ed economica degli Stati membri.
I DIECI PUNTI
La mozione impegna pertanto il Governo
1. Ad aumentare, anche alla luce delle evidenze scientifiche ed economiche che dimostrano la prevenzione sia un investimento e non un costo, le risorse stanziate in sanità per la prevenzione,
2. A potenziare i servizi territoriali, in particolare i Dipartimenti di Prevenzione, i Consultori, i Centri di Salute Mentale e i servizi di medicina scolastica;
3. A sostenere campagne nazionali di sensibilizzazione rivolte alla popolazione su temi come vaccinazioni, screening oncologici, corretta alimentazione, attività fisica, salute mentale e lotta alle dipendenze quali punti focali di una corretta prevenzione;
4. A valutare l’opportunità di intervenire presso le istituzioni europee ed in particolare presso la Commissione Europea al fine di proporre e sostenere l’esclusione delle spese relative alla prevenzione sanitaria dal Patto di Stabilità e Crescita;
5. Al rafforzamento del sistema di prevenzione a garanzia del benessere del cittadino, con particolare riguardo alla popolazione a rischio;
6. A proseguire le iniziative di informazione e comunicazione dirette agli operatori sanitari e alla popolazione, per costruire una cultura sul buon uso degli antibiotici e sull’importanza di alcune misure comportamentali per la prevenzione delle infezioni, soprattutto in ambito assistenziale.
7. A predisporre programmi di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali anche in considerazione delle indicazioni del Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2020-2025 e quelle della Strategia Europea salute e sicurezza sul Lavoro 2021-2027, base di riferimento per l’identificazione e l’attuazione della Strategia nazionale per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro;
8. A promuovere il benessere psicofisico degli adolescenti, anche attraverso la tutela della salute sessuale e riproduttiva,
9. A rafforzare il ruolo dei Consultori Familiari e valorizzazione dell’accessibilità e della prossimità dei servizi di base garantiti dal SSN, anche attraverso l’implementazione dei flussi informativi e la partecipazione alle attività del Comitato di Coordinamento del Programma Nazionale Equità nella Salute;
10. A promuovere la formazione degli operatori nell’ambito della prevenzione della violenza di genere e della violenza sui minori, in collaborazione con le altre Istituzioni e le Reti regionali.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo