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13 Settembre 2025 - 08:42
Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca
NAPOLI. «Io sto un po’ nel ruolo di osservatore, ma non faccio il contemplatore: sarò un osservatore che dice quello che pensa per aiutare quelli che dovranno prendere decisioni a non scantonare e a non perdersi nelle chiacchiere o nella demagogia». A dirlo il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso del suo consueto appuntamento con la diretta Facebook del venerdì pomeriggio. Le parole del governatore risuonano come un chiaro messaggio a colui che sarà il suo successore sulla poltrona di Palazzo Santa Lucia. «Di tutto abbiamo bisogno sostiene il numero uno di Palazzo Santa Lucia tranne che di demagogia e di bandierine agitate al vento. Abbiamo bisogno di concretezza e capacità amministrativa se la si ha. E se non la si ha, si abbia la disponibilità ad acquisirla e a imparare qualcosa come hanno fatto tanti di noi, che quando hanno avuto responsabilità anche minime, hanno cercato di imparare con grande umiltà».
LA QUESTIONE DEL CODICE ETICO. Poi lancia la prima bordata al candidato presidente del centrosinistra Roberto Fico: «Ho sentito parlare dell’idea di introduzione nella Regione Campania di un “codice etico”'. Sono molto puntiglioso su questo: chi viene in Campania il codice etico lo deve imparare, non lo deve insegnare. Questa Regione è stata un modello di gestione spartana rigorosa delle istituzioni e di moralità pubblica». Chiaro riferimento alla proposta dell’esponente pentastellato in occasione della presentazione di domenica scorsa con Giuseppe Conte. «La Campania rimarca De Luca è stata la prima e unica regione d’Italia a stipulare un accordo di collaborazione e di vigilanza con l’Autorità anticorruzione, dieci anni fa, con specifico riferimento alle gare d’appalto in materia di gestione dei rifiuti, delle acque e di opere pubbliche in generale: abbiamo sottoposto all’autorità anticorruzione i capitolati più importanti della nostra Regione per cui quando si parla di moralità pubblica la Campania è un esempio per tutti».
Il govrrnatore ricorda che «dieci anni fa, il venerdi prima della votazione, la onorevole Bindi allora presidente della commissione antimafia, 48 ore prima del voto, e 12 ore prima del silenzio elettorale, convocò la commissione antimafia e pubblicò l’elenco degli impresentabili. Un atto di delinquenze politica e di scorrettezza intollerabile. Ero al numero uno, imputato per truffa, in un procedimento giudiziario che durava da 17 anni. Avevo sollecitato il sottosegretario Viespoli perché fosse concessa la cassa integrazione a 350 operai dell’Ideal Standard cghe secondo il pm non era dovuta e quindi si configurava una truffa all’Inps. Quel processo, dopo 19 anni, è finito nel nulla. Quindi se si pensa di fare un po’ di demagogia utilizzando vicende giudiziarie, devo dire che il tempo della demagogia giudiziaria e dell’inciviltà nel nostro Paese è finito».
IL SECONDO MESSAGGIO A FICO. Un altro messaggio , De Luca lo invia a Fico sul tema della povertà: «Chi viene in Campania ha solo da imparare. Abbiamo legato l’aiuto sociale al lavoro. Abbiamo dato contributi per l’iscrizione agli asili nido in base al reddito delle famiglie: previsto un bonus bebè per l’acquisto di beni di prima necessità nelle farmacie. Abbiamo dato lavora a 3mila ragazzi e ragazzi nella pubblica amministrazione grazie al concorso varato dalla Regione e assunto 3mila ragazzi nelle aziende di trasporto publico locale».
PIANO DI RIENTRO, IL RICORSO AL TAR. Infine, De Luca ricorda che «abbiamo saputo che è stata fissata per l’8 ottobre presso il Tar l’udienza sul ricorso della Regione contro la decisione totalmente immotivata di mantenere la Campania nel piano di rientro: una cosa vergognosa emersa nella seduta del 4 agosto quando abbiamo assistito ad atti di concussione nei confronti della Regione, di violenza politica intollerabile. Ricordiamo che siamo in equilibrio finanziario da 2013 e abbiamo raggiunto sul piano sanitario gli obiettivi previsti dalla legge nelle tre grandi aree: ospedaliera, medicina territoriale e prevenzione. Poi, su singoli punti, ci possono essere delle criticità, ma queste ci sono in tutte le regioni d’Italia. E stiamo approfondendo la possibilità di denunciare per concussione gli interlocutori del ministero presenti a quel tavolo, oltre che ragionando sull’idea di presentare con calma un esposto alla Corte dei Conti per il danno che quei funzionari hanno determinato alla Regione Campania. Dovremo aspettare ancora poco tempo».
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