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l'analisi
04 Ottobre 2025 - 09:58
È ancora forte l’eco dei media sulla vicenda tragicomica della missione di pace (?) delle imbarcazioni europee in rotta su Gaza che, nel nostro Paese, si pensa già ad altre iniziative strumentali da mettere in cantiere per “riscaldare” ulteriormente il clima politico-sociale dopo il fallimento annunciato, con l’esito abbondantemente scontato, del mancato sbarco dei “missionari” sulle coste palistinesi.
La prima iniziativa del dopo flottilla non poteva che essere adottata dagli studenti delle scuole superiori e dagli universitari nelle grandi città italiane che, in vero e senza alcuna sospensionetemporale, avevano già invaso strade e centri cittadini, scuole e sedi universitarie “opportunamente e pertinentemente” occupate, così come porti ed aeroporti e un po’ di stazioni ferroviarie, con blocco dei treni e della circolazione su ferro in mezza Italia.
Così, tanto per tenersi in esercizio e prepararsi a nuove “performance” di protesta nel campo delle scorribande finalizzate a creare disagio diffuso e allarme sociale nel Paese. E tutto questo, naturalmente, per “sostenere adeguatamente” e in maniera efficace la crisi umanitaria di Gaza. Ma mentre per i giovani studenti, storicamente, ci si attendono iniziative di protesta siffatte, oserei dire quasi fisiologiche, quel che lascia stupefatti è invece la decisione del Sindacato Cigl di indire uno sciopero generale. Una decisione davvero inspiegabile e già fortemente contestata dalla Commissione di Garanzia sugli scioperi (Garante dei cittadini) che ha valutato illegittima la indizione dello sciopero generale convocato senza il preavviso di legge, solo 24 ore prima.
Come è noto, la Legge 146 del 1990 prescrive la comunicazione dello sciopero generale almeno 10 giorni prima la data prescelta per l’astensione dal lavoro, in uno con la indicazione dei servizi di utilità pubblica per la popolazione, che saranno esclusi dallo sciopero quale garanzia inderogabile dello svolgimento delle attività lavorative ritenute essenziali per la collettività.
Ma il sindacato impugna immediatamente questa decisione del Garante ritenendo la propria scelta legittima e adottata proprio nel rispetto della Legge 146 che prevede l’indizione degli scioperi anche solo 24 ore prima se si ravvisino motivi di violazioni costituzionali o se è fortemente in discussione la salute e la sicurezza dei lavoratori. Ora, escludendo i motivi di salute e sicurezza dei lavoratori che entrano come il cavolo a merenda in questa storia dello sciopero a favore di Gaza, non rimane che considerare solo l’esito della missione “balneare” della flottilla e degli arresti dei volontari a bordo delle imbarcazioni intercettate e fermate dalla Marina Militare d’Israele. Circostanza questa che farebbe ipotizzare dalla Cgil la presunta violazione costituzionale (di chi o di quale Stato Sovrano non è dato sapere!)
Pur non essendo dei Giuristi o comunque esperti di Diritto della Navigazione o di Relazioni Internazionali, facciamo davvero fatica a comprendere i motivi di violazione costituzionale perpetrati da chiccessia (governo italiano o marina militare di Israele) a danno degli occupanti delle imbarcazioni che intendevano forzare un blocco navale in area di guerra, a rischio della loro stessa incolumità personale. Volontari che erano stati avvertiti ripetutamente dei rischi della loro missione, della impossibilità di raggiungere la costa di Gaza causa le attività militari in corso su tutto il territorio della striscia, oltre agli appelli ripetuti del Governo italiano, della Santa Sede e dallo stesso Presidente della Repubblica Italiano. Senza contare gli ammonimenti di parte israeliana.
Che fosse un banale e artificioso pretesto quello di voler consegnare direttamente nelle mani degli sfollati di Gaza il carico di aiuti stipati a bordo delle imbarcazioni della flottilla, era cosa palese e risaputa. Basterebbe ricordare che i nostri “naviganti” avevano sdegnosamente rifiutata l’offerta dello Stato Pontificio di sbarcare i viveri e quant’altro predisposto dai volontari, nel Porto di Cipro. E che in tale ipotesi la missione sarebbe stata conclusa con la Santa Sede che si era impegnata a far recapitare questi aiuti umanitari agli sfollati in tempi brevissimi. In tal caso la missione avrebbe avuto un successo senza precedenti, senzaregistrare alcun incidente e con la massima soddisfazione, in primis, per gli sfollati di Gaza.
In buona sostanza, quello che è emerso senza ombra di dubbio è che dei disagi e della fame dei profughi palestinesi non interessava e non interessa proprio nessuno. Almeno nel nostro Paese, tra le forze politiche di opposizione. Ma anche e soprattutto a bordo di quel naviglio diretto a Gaza.
L’esclusivo interesse di questa variegata comunità di pacifisti progressisti era, ed è tutt’ora, la creazione di un artificioso e macroscopico tentativo di “rivolta sociale” contro il Governo Meloni. Così come la stessa Cgil e il suo leader Landini vanno sostenendo da molti mesi a questa parte. E che continua nella sua “missione” con il nuovo sciopero generale annunciato per venerdi. Un sindacato che non demorde dalle sue posizioni politiche esasperate, pretestuose ed ipocrite, ormai note ed evidenti a tutti gli osservatori e a gran parte dei cittadini italiani degni di questo nome.
Di contro c’è un governo legittimo, espressione della volontà popolare, che ogni giorno lavora con grande impegno e competenza. Registrando successi sin troppo evidenti. Come dimostra anche questa vicenda della Flottilla che si è conclusa in maniera encomiabile. Senza alcun incidente per i nostri connazionali. Deputati di sinistra compresi, imbarcati o imboscati sul naviglio per documentare atrocità e misfatti che non ci sono stati. Vicende discutibili che non si sono verificate. Violenze e odio che non si sono materializzati. Con disappunto di quanti ci speravano, ora dopo ora e giorno dopo giorno di navigazione.
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