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In Calabria trionfa la Meloni
Cirielli, scommessa possibile

C’è sempre il rischio di ricercare un equilibrio più che individuare il candidato migliore

Meloni arretra in Veneto, la Lega sogna la Padania

La premier Giorgia Meloni

La Calabria non era un labirinto di dubbi. Il Governatore Occhiuto, nei sondaggi, è stato sempre in larghissimo vantaggio, Tridico e la Sinistra ansimavano più lontano. Ma 20 punti di distanza, soprattutto dopo le manifestazioni di questi giorni, sono un solco, per molti versi, inatteso. E testimoniano probabilmente i limiti oggettivi di un campo largo che ha ora la necessità di essere rivisitato e ridimensionato. Chi pensava che Gaza fosse il propellente per le elezioni regionali è stato servito. La gente cerca il suo futuro attraverso le realtà territoriali, senza lasciarsi suggestionare da quanto succede nella politica internazionale.

Dopo le Marche, ecco quindi la Calabria con la Meloni che applica il suo gioco di squadra. Non basta parlare più di reddito di cittadinanza regionale, di soldi da regalare a chiunque, dell’albero dagli zecchini d’oro. È un avviso per lo stesso Fico. La gente ha compreso che quel periodo di gloria e di baldoria, che gli stessi tempi del superbonus sono, ormai, in archivio e difficilmente torneranno. Nonostante il solito refrain dei 5 Stelle. Nel centrodestra, ora, siamo agli ultimi surplace. Le forze di maggioranza stanno individuando i prossimi candidati Governatori per Campania, Veneto e Puglia. È un compito complesso. In un ventaglio così allargato, con tante competizioni che si inseguono, a distanza di poche settimane, ognuno vuole piazzare la sua bandiera.

C’è sempre il rischio di ricercare un equilibrio più che individuare il candidato migliore. E nello scenario globale, tra Flotilla e scioperi generali, sono stati giorni difficili ed enigmatici. Alla fine, però, la scelta che si profila in Campania, al di là dell’eccellente rosa di candidature, ci sembra figlia della logica. Ad Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri, si chiede, però, un grosso sacrificio. Scendere in campo e restare in Consiglio Regionale anche dopo la campagna elettorale, qualsiasi ne sia l’esito. La sua lunga esperienza in Regione e, poi, a Montecitorio rappresenta oggettivamente molto di più di una semplice garanzia. Cirielli dispone poi di un elettorato solido e diffuso fatto di rapporti articolati e radicatiche vanno abbondantemente al di là della sua realtà salernitana. Lo hanno testimoniato, tra l’altro, anche le ultime elezioni Europee, dove con i suoi candidati ha raccolto risultati fragorosi.

I sondaggi, al momento, sono a favore del suo competitor di centrosinistra ma è una partita che, alla luce delle contraddizioni che si sviluppano nel campo largo, può sicuramente possedere margini d’incertezza. Come si registra quotidianamente dalle dichiarazioni del Governatore De Luca non corre certo buon sangue tra Ds e 5 Stelle. Gli uomini di Conte arrivano da dieci anni di opposizione, non hanno mai lesinato critiche al Presidente e lo stesso Fico si è reso più volte protagonista di attacchi alla baionetta. Adesso, i pentastellati fanno finta di nulla ma il fuoco cova sotto la cenere e la volontà espressa da De Luca di presentare sue liste è sicuramente un modo organico per condizionare il nuovo candidato Presidente. Situazione, quindi, difficile, complessa, un patto giocato sul potere dagli esiti imprevedibili.

Ecco perché Cirielli può essere molto di più di un semplice candidato. Perché ha dalla sua la forza dell’area di governo, perché ha davanti un avversario non scelto ma subito, nell’ ottica di precari equilibri, perché nel centro sinistra si respira, al momento, un’aria di incertezza e preoccupazione. Cirielli si può infilare in questa crepa e giocare la sua scommessa. Il coraggio per combattere il match non gli manca

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