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La riflessione

Avanza il “fronte riformista”: Schlein e Conte  alle corde

Elly stregata da Landini, il predicatore della rivolta sociale, e impigliatasi nella “rete” di Conte

Avanza il “fronte riformista”: Schlein e Conte  alle corde

Goffredo Bettini - intellettuale molto attivo già irriducibile riferimento dell’ex Pci, si racconta a riguardo che, mentre Occhetto era impegnato  a salvare il vecchio Pci dalla catastrofe ricorrendo  alla nuova sigla, Pds. gli disse: “La mia testa è con te, non il cuore”. Oggi trascorre l’inverno in Thailandia e l’estate a Roma ma il dato più interessante è che impiega molto del suo tempo “prezioso” a cercare di risollevare le sorti del Partito Democratico.

Da quando la Schlein né è diventata la “sco-ordinatrice”, Bettini, nelle sue cicliche interviste rilasciate da lidi chic- da ombrelloni e blasoni-  al di là  della lontana  sventurata idea di indicare Conte come possibile federatore di una coalizione di sinistra - ogni  agosto riserva sempre un buon consiglio alla Schlein. Tra i tanti, il più saggio, meglio dire lungimirante, alla luce degli odierni dissensi, fermenti e malumori all’interno del Pd, è questo: “Cara Elly, ‘ndo vai con  il tuo Pd, se non c’hai l’anima liberale? La sinistra non vincerà mai, serve quest’anima”. Non solo, ma nel raccomandarle il valore indispensabile del pluralismo, più di una volta le ha ricordato di non far scivolare troppo a sinistra il Pd.

Parole al vento, rimaste lettera morta per Elly stregata da Landini, il predicatore della rivolta sociale e impigliatasi nella “rete” di Conte, che lo scriviamo da  quattro anni  a questa parte, ha snaturato il M5S. Oggi - sta qui il paradosso - ne è diventato il curatore fallimentare, tenendosi però ben stretto il simbolo, come tesoretto elettorale.  Da far ridestare Grillo, il quale ha fatto sapere con intuibili  nuovi strascichi giudiziari e politici all’interno del Movimento: ora basta, il simbolo è mio. Tornando a Elly, per capire, cosa è realmente, bisogna leggere la sua biografia dal titolo: “Susanna Turco dialoga con Elly Schlein - L’imprevista - un altro futuro”.

Un  libro di sorprese, in cui svetta una su tutte, la singolare  motivazione sul perché scese in campo, nella mischia. Tu pensi, nel  cominciarlo a leggere, che prima o poi ci si possa imbattere in qualche mascalzonata neo-fascista, ormai lievito madre di tutte le narrazioni, e invece, in queste pagine, si scopre, sorprendentemente, che la sua discesa in campo è stata “colpa esclusiva della sinistra universitaria bolognese”. Che, nel corso di un’assemblea, le impedì di parlare e, lei, la poverina incompresa, per reazione allo sgarbo  scelse  la “macchia”, cioè: una “stanza soppalcata” nella sua dimora bolognese, dove si ebbero i primi incontri clandestini sul da farsi, con un gruppo di  “carbonare” poi diventate sardine. Di fronte a una reazione così spropositata, era inevitabile che l’accorato invito rivolto  da Bettini alla Elly rimanesse lettera morta.

Nel frattempo, tra  prove d’orchestra, campi larghi mai completati, cantieri chiusi, fatti passare come già operativi, in questi giorni  la proliferazione di nuove proposte politiche, in seno al Pd: di memore “centro degasperiamo" che guarda alla sinistra moderata, di cultura liberale e di un  “cattoriformismo”  fa emergere chiaramente che la stagione della “sinistra provvisoria” della Schlein è al tramonto. E che il “Partito Democratico, arrivato Grillino”, la cui involuzione fu  denunciata  da Renzi in un saggio del 2024  da titolo  “Palla al centro, non è più concepibile. Considerando anche  il contemporaneo declino  di Conte,  nel mirino di  serie contestazioni  e di addebiti, all’interno della sua “Contea” e anche fuori.

Inquadrato, come meglio non si poteva,  da Luigi Zanda, figura prestigiosa della sinistra e tra i fondatori del Pd, nel “movimentismo dozzinale”, cioè di un chiassoso disegno, senza costruttive visioni politiche ma solo ingordo di occasionali convenienze, platealmente enfatizzate. Giusto ricordare che la Schlein, appena eletta “sco-ordinatrice” del Pd per esaltare la sua strategia vincente rispetto agli avversari distratti  e beffati disse: “Non ci hanno visto arrivare”. Oggi è lei a non aver visto arrivare il fronte, sempre più vasto, del catto riformismo di Gentiloni, Guerrini,  Picierno, Gori, che le stanno preparando la festa.  

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