Cerca

la riflessione

La spettacolarizzazione di una vittoria elettorale

Sull’intesa tra Manfredi e Fico, meglio dire, l’asse Comune-Regione, è legittima più di qualche perplessità

La spettacolarizzazione di una vittoria elettorale

Maurizio Valenzi, primo sindaco comunista di Napoli dal 1975 al 1983, diceva: “Questa città non si può governare da un solo palazzo”. È vero che, da sindaco senza una maggioranza inconsiglio, dovette guardare oltre per poter amministrare, in anni molto difficili, ma è ancora più vero che quanto disse si fondava su un principio fondamentale: l’indispensabilità collaborativa tra le istituzioni, preziosa per costruire soluzioni più efficaci ai problemi complessi attraverso la condivisione di conoscenze e competenze. Un discorso, che se riferito all’odierno scacchiereistituzionale, fa molto riflettere sull’intesa tra Gaetano Manfredi e Roberto Fico, meglio dire, l’asse Comune-Regione, su cui è legittima più di qualche perplessità. Una su tutte: il modo diparlarne, di ostentarla, rivendicarla da parte del sindaco e farla percepire all’esterno come un suo ulteriore e accresciuto potere sinergico.

Si ha la sensazione che in lui vi sia ancora tanta voglia di rivalsa, in particolare verso l’ex governatore De Luca, che non lo avrebbe mai assecondato come chiedeva, anzi osteggiato, e ora,invece, deve rassegnarsi a vederlo addirittura sul “trono di spade”. Il suo comportamento di questo passo potrebbe diventare un serio problema, visti gli attuali scenari politici. Oggi, va ricordato, c’è una guerra interna al Pd nazionale sulla leadership della Schlein - la cui guida, un giorno sì e l’altro pure, è messa in discussione - ein quello partenopeo, dove è peggio di andar di notte. Napoli non si governa da un solo palazzo, d’accordo: con queste premesse,però, non è consigliabile nemmeno che lo sia da due palazzi. Alla sedicente monarchia deluchiana, che più che spodestata è stata neutralizzata, potrebbe subentrare una “diarchia”.

La spettacolarizzazione di questa vittoria elettorale che il sindaco di Napoli fa anche nelle circostanze più insignificanti, mira troppo a rimarcare una sorta di “liberazione” da De Luca, il quale si è defilato in seguito a un armistizio, che si regge su un accordo di potere e poteri, non certo di programmi, la cui durata è imprevedibile. Non è vano a riguardo ricordare un lontano monito di Fulvio Tessitore per il quale “una città contraddittoria, effusiva,riservata, anarchica e ordinatissima è anche bisognosa di abbandonare certi esercizi dello spettacolare per impegnarsi a risolvere problemi di ogni genere, sociali, urbanistici, ambientali, di ridisegno del territorio, di strutture scolastiche, di una devianza minorile molto preoccupante”.

Problemi come, ad esempio, stando a questi giorni natalizi, la denuncia dei negozianti stritolati da racket e usura, i dati allarmanti sullo smog che avvelena il Porto e la Ferrovia. È tempo di operare, di dare consequenzialità a quanto promesso da chi e già da anni al vertice del Comune di Napoli e da chi è stato appena eletto a nuovo governatore della Regione. Basta con gli show. Fico, partito con la carica di un Batman, ora pare sempre più un Cireneo, pronto a farsi carico di deleghe roventi pur di trovare la quadra in un campo che da “largo” è già diventato “minato” per la formazione della giunta. Diciamo una sorta di rovinoso gioco “Shanghai”, dove una mossa sbagliata fa cadere tutto.

Quanto al rilancio della centralità di Napoli, ora la priorità è su come governare il turismo, che non può più ridursi aun bollettino quotidiano su servizi e trasporti, ma deve rientrare in una programmazione articolata in una “città di mare con abitanti”e insopportabili spine. Nella questione dell’overturismo, ilprocesso va fatto a chi non lo ha visto arrivare. Manfredi fu eletto sindaco il 18 ottobre del 2021: a Natale di quell’anno a Napoli si registrarono già flussi turistici cospicui. Poi nel 2022 il valore aggiunto prodotto dal turismo a Napoli fu pari a 1,4 miliardi.

“Nei prossimi anni - chiarì allora il sindaco - possiamo arrivare a più del doppio, se riusciremo a trasformare questa risorsa in una struttura industriale permanente”. A fine 2025 possiamo dire, senza essere smentiti, che l’immaginata “struttura industriale” di “permanente” ha soprattutto i disagi: incamera turisti e propone disorganici turismi, moltiplicando le giornate nere dei residenti, senza una strategia di parcheggi, un piano traffico da città civile, con un tasso d’inquinamento ambientale e acustico da primato.L’impressione che si ha è un sindaco che conta i visitatori senza fare minimamente i conti con la realtà.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori