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18 Luglio 2015 - 15:31
Il premier ai suoi: i nostri nemici sono Salvini, Grillo e la sinistra radicale
ROMA. «Via l'imposta sulla prima casa nel 2016, poi taglio alle ulteriori imposte sul lavoro nel 2017 e rimodulazione dello scaglione nel 2018». Lo ha annunciato Matteo Renzi parlando di fisco all'Assemblea del Pd all'Expo. «Quello che abbiamo fatto in un arco di tempo abbastanza limitato, in sette mesi, è degno di onore e orgoglio perché ha consentito al Paese di ripartire». E ancora: «A chi dice che il Pd è in crisi rispondo che l'unica spiegazione è il caldo». «Nostri avversari sono tre: Grillo, sinistra radicale, e Salvini». Infine i migranti, «su cui dobbiamo restare umani, non possiamo per un punto in più alle elezioni, perdere di vista i nostri valori, per una dramma che un dramma umanitario». Il premier fa il punto a 360 gradi, partendo dalla difesa del lavoro fatto dal governo e dalla rivendicazione della forza del Pd («mai così forti dal 1958, siamo il partito più votato d'Europa, con 11 mln di elettori»). In sala, ad ascoltare le parole del segretario, oltre mille delegati provenienti da tutta Italia e gli esponenti del Governo al gran completo. Assenza, annunciata, invece quella del sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, al quale sono andati tuttavia i saluti di Renzi.
L'Assemblea democratica è l'occasione in cui il premier affronta tutti i temi di più stretta attualità politica, in primis l'economia, «partendo dal presupposto che i numeri del Paese sono tornati a essere in positivo ma per consolidare la crescita è necessario ancora del lavoro a partire dal consolidamento del percorso di riforme. Questo lavoro è frutto dell'azione del Pd e dei suoi alleati», ha detto facendo l'elenco dei dati economici positivi del Paese.
Con quasi 35 gradi all'ombra, alle 11.30 (un'ora e mezza oltre rispetto a quanto previsto dal programma) Renzi ha dato il via alla assemblea nazionale dem, riunita nell'auditorium 'viola' dell'Expo. Ad aprire i lavori, prima della relazione del segretario, è stato cantato l'inno nazionale. L'appuntamento ha voluto ricordare i 70 anni dalla Liberazione con una maglietta gialla con la scritta 'Bella ciao, Milano', indossata dagli oltre cento giovani volontari, in vendita al prezzo di 10 euro. Offerta libera, invece, per l'acquisto del quotidiano L'Unità.
Di fronte agli ultimi dati sulla disoccupazione, ha ancora detto Renzi, «ai profeti del disfattismo che dicono 'cosa vuoi che sia' vorrei ricordare che questo è il partito che ha lottato per decenni per il lavoro stabile: domandate a un precario se c'è o no differenza», sottolinea tra gli applausi Renzi: «Se noi pensiamo di cedere a una cultura che vuole attribuire il merito di questa lavoro a fattori esterni dobbiamo entrare nel merito e discutere di economia».
Su Salvini poi spiega: «Non è uno spauracchio». E la sua lotta contro il reato di tortura stona con quanto successo in queste ore a Roma, «dove sono stati picchiati i poliziotti da CasaPound, dagli stessi che non vogliono il reato di tortura», mentre sul Cinque Stelle avverte: «Nel movimento di Grillo qualcosa sta cambiando». Ho grande rispetto di chi ha lasciato il Pd e non è giusto prenderli in giro, prendere le distanze. Ma chi oggi immagina di vincere una sfida spostando la sinistra un po' più in là perde ovunque in tutto il mondo", dice passando a parlare della sinistra radicale, e degli oppositori interni della minoranza dem.
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