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21 Agosto 2015 - 11:51
L'intervento del segretario generale della Cei al Meeting di Rimini
RIMINI. A guidare la politica, nel senso del governo della cosa pubblica, non sono i grandi progetti per costruire un futuro migliore ma le decisioni del giorno per giorno, spesso condizionate da interessi più particolari che generali. È questo il senso dell'accusa che il segretario generale della Cei monsignor Nunzio Galantino lancia dal palco del Meeting di Rimini, a pochi giorni dall'eco delle sue denunce politiche contenute nell'intervento preparato per l'evento a Trento della fondazione De Gasperi.
«Le scelte, individuali e pubbliche, sono guidate per lo più dal perseguimento di interessi e fini immediati e poco meditati, dettati spesso dalla ricerca dell’utile e meno da un progetto consapevole e a lunga scadenza», sottolinea Galantino.
Osserva il numero due dei vescovi italiani: «Solo apparentemente questo modo di agire è privo di presupposti teoretici e di reali obiettivi. In realtà, presupposti e obiettivi esistono, ma non sono esplicitati; rimangono sotto traccia, quasi non dovessero essere sottoposti a un vaglio attento».
Ricorda infatti l'esponente della Conferenza Episcopale italiana: «A ogni azione o orientamento corrisponde sempre un certo valore che si intende perseguire; sempre vi è alla base dell’agire una certa idea di persona, un ideale di essere umano e di società da raggiungere e verso il quale ci si incammina».
E ancora, analizzando i cambiamenti antropologici che hanno riguardato il singolo individuo e la famiglia negli ultimi decenni, aggiunge: «Il relativismo vuole promuovere a tal punto la libertà individuale, da non tollerare chi la intenda in altro modo, limitando la libertà altrui al fine di difenderla: autentica contraddizione non razionale».
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