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Giornalisti in piazza

Giornalisti in piazza

A seguito degli attacchi alla stampa da parte di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, la Federazione nazionale della Stampa italiana e le Associazioni Regionali di Stampa hanno organizzato dei flash mob nelle piazze dei capoluoghi di regione 

I giornalisti scendono in piazza. A seguito degli attacchi alla stampa da parte di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, la Federazione nazionale della Stampa italiana e le Associazioni Regionali di Stampa hanno organizzato dei flash mob nelle piazze dei capoluoghi di regione per dire 'Basta attacchi ai giornalisti' e 'Giù le mani dall'informazione', "per difendere la libertà di stampa e contrastare la deriva di un linguaggio della politica fatto di insulti e minacce a chi ogni giorno svolge il proprio dovere di informare i cittadini. Attacchi a una categoria di professionisti, ma soprattutto all'articolo 21 della Costituzione e ai valori fondamentali della democrazia, che mettono a rischio il diritto ad essere informati".

A difesa dei giornalisti è scesa in campo anche l'Agcom. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è intervenuta con una nota per sottolineare che "ogni attacco agli organi di stampa rischia di ledere il principio costituzionale di libera manifestazione del pensiero, che è alla base del pluralismo dell’informazione e del diritto di cronaca e di critica". Agcom evidenzia inoltre "l’esigenza di un’informazione libera, pluralista, rispettosa della dignità delle persone, del ruolo delle forze politiche e dell’autonomia professionale dei giornalisti".

DI MAIO - Oggi Luigi Di Maio è tornato sulla questione in diretta Facebook. "La libertà di stampa, la libertà di informazione per me è sacra e deve essere una libertà che garantisca la stampa libera da tutti e da tutto" ha detto il vicepremier. "Chi parla di dittatura come fa Berlusconi mi fa un po' ridere perché rappresenta quella classe politica che quando era al governo ha epurato giornalisti come Biagi", ha attaccato Di Maio. "Noi non solo siamo forti sostenitori della libertà di informazione ma l'abbiamo anche difesa", ha sottolineato il capo politico M5S, che ha aggiunto: "Mi spiace che in epoca renziana non ci siano state rivolte contro le epurazioni in Rai". Ad ogni modo, "c'è qualcosa che non va nella libertà di informazione in Italia, che non è libertà di raccontare menzogne ma se c'è una menzogna allora uno come me deve rispondere". Il consiglio di disciplina dell'Ordine dei giornalisti della Campania "ha avviato una procedura" nei suoi confronti, ha detto Di Maio. "Voglio dire che sono a loro disposizione" e che "mai mi avvarrò della cosiddetta insindacabilità delle opinioni espresse o dell'immunità parlamentare". Poi è tornato sulla "proposta di legge che porteremo a breve in Parlamento che incentiva i cosiddetti editori puri, cioè quegli editori che non hanno interessi politici né economici".

IL POST DI FATTORI - Intanto la senatrice 'ribelle' pentastellata Elena Fattori, in un post pubblico apparso sul suo profilo personale Facebook, ha voluto appellarsi alla "coerenza" dei cronisti eletti nel suo partito. "Coerenza vorrebbe - ha scritto Fattori - che per dimostrare la loro verginità tutti i giornalisti eletti col 5 stelle si dimettessero.

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