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30 Gennaio 2019 - 15:40
Si è conclusa la riunione della Giunta delle elezioni del Senato sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del vicepremier
Si è conclusa la riunione della Giunta delle elezioni del Senato sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del vicepremier Matteo Salvini per la vicenda della nave Diciotti. "La prossima settimana sentiremo Salvini o riceveremo la sua memoria" ha detto il presidente della Giunta delle elezioni Maurizio Gasparri, sottolineando che "oggi si è incardinata la procedura e abbiamo scritto una lettera a Salvini". "Il nostro interlocutore è il ministro Salvini - ha aggiunto - e se il governo avrà cose da dire sarà lo stesso Salvini a riferirle, arricchendo la sua relazione". La prossima settimana, ha affermato Gasparri, "porterà in giunta le sue argomentazioni, seguendo le procedure, perché è chiaro che siamo di fronte a una questione che non si risolve con un video messo su Facebook o con la raccolta di firme".
Sulla richiesta di autorizzazione per Salvini, "va fatta una riflessione tecnica all'interno della Giunta - ha dichiarato il sottosegretario all'Interno, Carlo Sibilia (M5S), ospite di 'Circo massimo' su Radio capital - ma se il caso andrà in Aula, noi voteremo assolutamente sì. Il M5S non ha mai negato il processo a un politico". "Su queste questioni - ha sottolineato - non c'è libertà di coscienza, ci sarà una decisione unitaria".
Il tema resta caldo. Lo testimoniano le parole del presidente leghista della regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, intervenuto a 'Radio anch'io' su Radio Raiuno. Cosa accade se il M5S vota a favore della richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini? “Dal mio punto di vista c’è da rimettere in discussione tutto" - ha detto Fedriga - Bisogna capire se il Parlamento condivide le politiche del governo, non solo di Salvini ma di tutto il governo. Se così non fosse, è chiaro che bisognerebbe fare una seria riflessione. Non si sta parlando di un processo a Salvini perché ha messo l’auto in divieto di sosta”.
Ieri il premier Giuseppe Conte a Nicosia si è assunto "la piena responsabilità politica di quello che è stato fatto e in particolare della vicenda Diciotti". Su questa vicenda, "se l'avessi ritenuta illegittima, sarei intervenuto". Il caso, ha ribadito, "rientra nella linea politica sull'immigrazione seguita dal governo".
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