NAPOLI. Fratelli d’Italia si prepara alla manifestazione di Napoli con il presidente Giorgia Meloni, capolista in tutte le Circoscrizioni per le Europee.
Onorevole Meloni, domani chiudete la vostra campagna elettorale a Napoli: una scelta che vuole testimoniare la vostra attenzione per il Mezzogiorno?
«Fratelli d’Italia ha scelto di chiudere la campagna elettorale a Napoli con una grande manifestazione nazionale perché la nostra sfida è far crescere tutta l’Italia, da Nord a Sud. Perché o l’Italia cammina, cresce e vince insieme o è spacciata. L’appuntamento è alle 10.30 a piazza Dante per il corteo e alle 12.30 a piazza Matteotti per il comizio».
Lei ripete spesso senza il Sud non cresce il resto del Paese: ma cosa occorre fare in concreto?
«L’arretratezza di infrastrutture è la principale causa dell’emigrazione e dello spopolamento del Sud: una tendenza che si può invertire investendo di più sulle regioni del Mezzogiorno per colmare il gap con quelle del Nord. Oggi gli investimenti in infrastrutture sono ripartiti in base alla popolazione residente: è un parametro che penalizza il Sud, al quale va poco più del 30% delle risorse. Fratelli d’Italia vuole destinare al Mezzogiorno almeno il 50% delle risorse in infrastrutture».
Voi chiuderete la campagna elettorale per le Europee a Napoli nel momento in cui si ripropone, anche alla luce del ferimento della piccola Noemi, colpita da una pallottola vagante, l’allarme sicurezza nel capoluogo campano. Ritiene che quanto messo in campo finora dal Governo sia sufficiente in termini di ordine pubblico?
«Finora non si sono visti cambiamenti significativi. Da sempre Fratelli d’Italia propone un pacchetto di misure sulla sicurezza: più risorse e mezzi per le forze dell’ordine, compensi più alti per i nostri uomini e donne in divisa, certezza della pena, invio dell’Esercito per presidiare il territorio. A Napoli bisogna dichiarare guerra alla camorra e stanare i delinquenti ovunque si annidino».
In cosa, a suo avviso, è mancata l’Europa nei confronti del Meridione?
«L’Europa è mancata nei confronti dell’Italia intera, non solo nei confronti del Sud. È l’attuale assetto della Ue che non funziona. Fratelli d’Italia sostiene un modello di Europa diametralmente opposto a quello attuale: vogliamo una Confederazione di Stati liberi e sovrani capaci di cooperare sulle grandi questioni come sicurezza, difesa, immigrazione. Il centralismo di Bruxelles e lo strapotere di Francia e Germania hanno colpito la nostra economia, penalizzando in particolare il Sud».
Il voto del 26 maggio rappresenta anche una prova generale di quello che potrebbe essere il futuro politico dell’Italia?
«Ogni voto dato a Fratelli d’Italia è un voto per cambiare tutto in Europa e in Italia e costruire un’alternativa di governo senza il M5S. Se FdI uscirà forte dalle elezioni, ci saranno i margini per cambiare il governo del cambiamento».
Lei ha ribadito che la Lega non è autosufficiente, invitando Salvini, però, a considerare bene il rapporto con il Movimento 5 Stelle?
«Nella storia della Repubblica italiana nessun partito è mai stato autosufficiente. In Italia funzionano i sistemi di alleanze. Oggi c’è la Lega che governa con il M5S, ma credo che Salvini abbia capito che i Cinquestelle sono l’altra faccia della sinistra. Fratelli d’Italia lavora per costruire l’alternativa e dare all’Italia un governo coeso. Il 26 maggio chi vota Pd o Forza Italia rafforza questa Europa. Chi vota M5S o Lega rafforza questo governo. Chi vuole cambiare l’Italia e l’Europa vota Fratelli d’Italia. Quello dato a FdI è l’unico voto utile».
Come giudica le risposte date dal Governo gialloverde al Paese, in particolare reddito di cittadinanza e Quota 100?
«Fratelli d’Italia ha avuto il coraggio di dire fin da subito che il reddito di cittadinanza è una misura che tradisce sia il Nord che il Sud: le persone chiedono di poter lavorare e non di essere mantenute. Spendere 8 miliardi di euro per dare la paghetta di Stato agli immigrati, ai rom e ai condannati è una follia. Siamo favorevoli invece a Quota 100 perché è giusto che chi ha versato 38 anni di contributi possa andare, se vuole, in pensione. Era una proposta anche del nostro programma».
In un’ipotesi di Governo futuro, Fratelli d’Italia può rappresentare uno dei pilastri di un’alternativa affidabile per il Paese?
«La nostra forza è la coerenza e abbiamo un programma serio e fatto di proposte concrete per dare all’Italia un futuro di lavoro e sviluppo. La nostra è una classe dirigente preparata e radicata su tutto il territorio nazionale, che si confronta ogni giorno con i problemi della gente e non si nasconde dietro un blog. Chiediamo agli italiani di votare il 26 maggio con il cuore perché noi non tradiremo la loro fiducia».
Qual è il vostro rapporto con Forza Italia e, in particolare, con Silvio Berlusconi?
«Sull’Europa abbiamo senza dubbio due visioni diverse e ci presentiamo ai cittadini con due proposte molto diverse: Fratelli d’Italia vuole andare a Bruxelles a cambiare tutto, non andiamo a limare qualche direttiva. Noi andiamo a distruggere questa costruzione europea che è nemica dell’Italia per costituirne una che possa rispettare gli Stati nazionali. Forza Italia, che fa parte del Ppe della Merkel e Juncker che governa in Ue con l’euro-Patto del Nazareno, difende l'attuale modello d’Europa e status quo. Saranno gli italiani con il loro voto a decidere quale modello preferiscono e quale Europa vorranno costruire».