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M5S, sulla festa l'ombra dei dissidenti

M5S, sulla festa l'ombra dei dissidenti

Alessandro Di Battista, leader dell’ala fondamentalista: gli ex ministri Barbara Lezzi, Giulia Grillo e Danilo Toninelli; i parlamentari Gianluigi Paragone, Vincenzo Santangelo, Simone Valente, Mario Giarrusso, Mattia Fantinati ed Elena Fattori, quest’ultima data praticamente in uscita sono gli assenti eccellenti della kermesse pentastellata

NAPOLI. Non ci sono. Ma alla festa per il decennale del Movimento 5 Stelle sono quasi come il convitato di pietra. Alessandro Di Battista, leader dell’ala fondamentalista; gli ex ministri Barbara Lezzi, Giulia Grillo e Danilo Toninelli; i parlamentari Gianluigi Paragone, Vincenzo Santangelo, Simone Valente, Mario Giarrusso, Mattia Fantinati ed Elena Fattori, quest’ultima data praticamente in uscita, sono gli assenti eccellenti della kermesse pentastellata. Unico giustificato, se così si può dire, è proprio Dibba, trattenuto da problemi familiari ma che, in ogni caso, difficilmente si sarebbe visto. Se non di scissione, sulla manifestazione aleggia comunque l’ombra del malumore che sembra divenire sempre più forte e palese dopo essere stato per diverso tempo un fiume carsico. Alla Mostra d’Oltremare, però, si tenta di esorcizzare le assenze. «Gli ex ministri che non sono venuti qui? Secondo me hanno sbagliato, avrebbero dovuto partecipare a questa grande festa del Movimento» dice il presidente dell’Associazione Rousseau Davide Casaleggio. «Le persone che dissentono all’interno del Movimento ci sono sempre state, ricordo che accadeva già nel 2005 quando siamo partiti ancora prima della nascita del Movimento. Ci sono tante opinioni diverse, l’importante è riuscire sempre a far sintesi» sottolinea. Ostenta serenità, anche quello che è ritenuto il principale bersaglio dei malpancisti, ovvero il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: «Da quando c’è stata la scissione del Pd molti giornali provano a parlare di una situazione identica anche tra di noi che non c’è e non c’è stata. Gli unici che parlano di scissione sono i giornali che hanno provato ad indurla per provare a compensare quella nel Pd». Tanto per cambiare, non mancata la frecciata alla stampa che viene contestata anche da alcuni aficionados del politico di Pomigliano d’Arco, pronti a fare ressa pur di avvicinare il loro “idolo”. Anche il presidente della Camera, Roberto Fico, ritenuto da molti in contrapposizione correntizia con Di Maio, si allinea al diktat che sembra essere arrivato dall’alto: tutto tranquillo, nessun problema. «Chi non trova sintesi, chi vuole avere sempre ragione e pensa solo al proprio ego porta a scissioni e contro-scissioni, è l’ultima cosa che un movimento come il nostro deve avere. Dobbiamo andare avanti tutti insieme nelle differenze, anche affrontando temi su cui non siamo d’accordo. Basta dissidenti, va bene parlarne ma bisogna trovare le strade comuni. Dopo dieci anni di movimento e quasi 5 di Meetup, quindi dopo 15 anni in totale, non bisogna guardare mai indietro. Abbiamo trascorso una storia stupenda e meravigliosa ma oggi siamo altro e dobbiamo guardare verso il futuro. Dobbiamo vedere oggi chi siamo e che strada percorrere» dice il numero uno di Montecitorio, grillino della prima ora e promotore dei Meetup a Napoli: «Bisogna uscire dalla questione della cultura dei dissidenti. È nell’equilibrio delle opinioni che ci sono i migliori movimenti politici, nelle sintesi si riesce a trovare la strada. Basta dissidenti, va bene parlarne ma bisogna trovare le strade comuni». Un appello all’unità che arriva anche dal sindaco di Torino, Chiara Appendino: «Non sono d’accordo con chi ha scelto di non partecipare. Essere assente non è giustificabile. il dissenso non è un disvalore ma un valore per una forza politica. È positiva la scelta di aprire a una struttura più collegiale. Ho fiducia in Giuseppe Conte». E c’è anche chi tiene a fare chiarezza: è la senatrice Paola Nugnes che, in un tweet, precisa che «non me ne sono andata dal M5S, sono stata espulsa quando non ho votato per la privatizzazione delle fonti di acqua del Meridione. Quindi espulsa per troppa coerenza». 

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