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Foto di teste mozzate sul cellulare, afghano fermato a Bardonecchia

Foto di teste mozzate sul cellulare, afghano fermato a Bardonecchia

L'uomo ha raccontato di essere fuggito dal suo Paese e di voler chiedere asilo politico in Italia

BARDONECCHIA. Sono in corso approfondimenti degli investigatori torinesi sull’uomo fermato dalla polizia di frontiera di Bardonecchia, tra Francia e Italia, domenica a bordo di un Tgv. Il giovane, un afghano di 22 anni, aveva nello zaino diversi telefoni cellulari e uno satellitare e una ventina di schede sim. Sulle memorie dei telefonini gli inquirenti hanno trovato immagini di guerra, si pensa di Siria e Iraq, tra cui una che ritrae dei miliziani armati con accanto delle teste mozzate.

 

L’uomo ha raccontato di essere fuggito dal suo Paese e aver vissuto per una decina di anni a Londra e di aver poi deciso di raggiungere Roma per chiedere asilo politico. L’uomo, fermato per ricettazione, è stato scarcerato dal gip perché non si è potuto accertare il reato contestato. Al momento è stato trasferito presso il Cie torinese.

Gli investigatori, coordinati dal pm Andrea Padalino, sono al lavoro per verificare la sua storia e soprattutto capire a chi fossero destinate le schede telefoniche e cosa dovesse fare il giovane in Italia.

L’interrogatorio del giovane afghano si è svolto con l’ausilio di un mediatore arrivato da Roma. "Ha spiegato di aver avuto i cellulari e le schede telefoniche da un connazionale e che voleva venderle una volta arrivato in Italia" riferisce il suo legale, l’avvocato Andrea Battisti. Spiegazioni sui cui ora gli inquirenti vogliono vederci chiaro.

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