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Coronavirus, specializzandi rifiutano il contratto a Napoli: «Paga troppo bassa»

Coronavirus, specializzandi rifiutano il contratto a Napoli: «Paga troppo bassa»

Verdoliva: «Comportamento vergognoso». Scotti: «Non ci servono eroi morti»

NAPOLI. Hanno rifiutato l'assunzione offerta dall'Asl Napoli 1 perché il compenso era secondo loro troppo basso: “Tanto a noi ci assumono le altre regioni e ci pagano quanto vogliamo”. Indignato il direttore generale Ciro Verdoliva. “Un comportamento vergognoso, sono molto amareggiato e dispiaciuto”, ha scritto Verdoliva in una nota inviata al governatore Vincenzo De Luca, al prefetto e al direttore della sanità campana Antonio Postiglione. L'Asl, infatti, cercava di assumere specializzandi anestesisti alla luce dell'emergenza Coronavirus. “Dei 5 nominativi trasmessi si sono presentati solo 4 - scrive Verdoliva - Quest’azienda ha proposto la formalizzazione dell’assunzione immediata con decorrenza 21 marzo, garantendo un contratto di lavoro autonomo di durata semestrale con compenso pari alla differenza tra quanto percepito per l’attività di specializzazione e il trattamento economico formalmente previsto dal vigente contratto nazionale dell’area sanità per dirigente medico di analogo profilo”. Verdoliva scrive di essere "molto amareggiato e dispiaciuto che in un momento difficile per il nostro Paese tali lavoratori - che rappresentano con la loro professionalità una categoria indispensabile a vincere la guerra contro il covid-19 - anziché correre alle armi pongono una questione economica al rialzo rispetto all'offerta adeguata a quanto percepiscono i dirigenti anestesisti già in servizio da noi, e respinta affermando che "tanto a noi ci assumono le altre regioni e ci pagano quanto vogliamo. Rimetto a voi ogni valutazione consequenziale oltre alla commiserazione per tale vile e vergognoso comportamento di tali professionisti che dovrebbero rappresentare il futuro del nostro Paese".

ORDINE DEI MEDICI. Sul caso interviene Silvestro Scotti, presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli: ''Non si possono fare processi indiziari, né tantomeno sono ammissibili processi mediatici. È evidente, viste le comunicazioni dei colleghi ospedalieri e territoriali, che le direzioni generali si dovrebbero attivare più di quanto stanno facendo per reperire dispositivi di protezione individuale adeguati per i medici che combattono a mani nude o con strumenti inadeguati''. Scotti sottolinea che ''come Ordine richiediamo il massimo impegno deontologico e di assistenza a tutti i nostri iscritti che possa prevedere anche i massimi sacrifici ma non possiamo chiedere che i medici accettino nonostante la consapevolezza di non essere adeguatamente protetti. Non ci servono eroi morti, ci servono medici ben protetti che possano salvare la vita dei pazienti contestualmente alla propria".

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